lunedì 7 novembre 2011

IL NEURONE SOLITARIO

Il neurone solitario 07/11/2011

Qualcuno pensera' cosa c'entra questo post sul blog "Uomo, Vita, Anima".
Ebbene l'uomo c'entra sicuramente ed e' un aneddoto di vita vissuto, l'anima questa volta si adattera' al faceto della situazione.
Siamo a cena in quel di Gubbio insieme a nuovi amici e una simpatica avvocatessa tenta di spiegare alla compagnia come l'uomo detenga giustamente un ruolo minore nell'evoluzione della specie a causa dell'unico neurone solitario presente nel suo cervello.
In effetti ci basterebbe l'evidente supremazia in campo sessuale, la generazione dei figli e la piu' alta aspettativa di vita a metterci in secondo piano (ehh si, sono un uomo anch'io, ....spero), ma qui il discorso sta prendendo pieghe inaspettate e a difesa della mia inaspettata presa di posizione a FAVORE della suddetta teoria posso solo aggiungere questa definizione: l'uomo possiede un neurone solitario quando non considera la sua parte femminile interiore.
A tal punto quindi diventa un servitore dei suoi bassi attributi, rinomatamente poco inclini al ragionamento.
Lo scherzo continua con la deduzione, per me logica, che essendo l'essere femminile cosi' complesso, ad un uomo dopo il matrimonio, debba perlomeno crearsi un dialogo tra due neuroni.
Ecco che questa teoria, peraltro non ancora dimostrata, gia' viene sottoposta all'analisi delle due fondamentali scuole di pensiero.
Troviamo quindi gli Junghiani propensi a pensare che questo neurone in realta' conversi con l'ombra di se' stesso e i freudiani che lo considerano presente in latenza dalla nascita e attivato da speciali ormoni ad hoc.
Io propongo di pensare ad un test per accertarne l'effettiva presenza, ma poi mi vedo costretto a desistere per paura di dover essere messo di fronte in maniera drammatica alla dura realta', cosa che sicuramente causerebbe traumi invalidanti e interminabili ore di psicoterapia (effettuata logicamente da una donna, sarebbe assurdo affidarsi ad un mononeurale uomo, con meno di 30 anni.... Avere un solo neurone dovra' pur portare a qualche benefit !!! )

Dopo aver a lungo tediato tutti gli altri ospiti tra le nostre personali risate decisi di inserire questo post sul blog perche' il dubbio perlomeno si insinuasse, quanti neuroni in effetti utilizziamo, noi uomini-uomini... Uno o due ?
E come poi non parlare delle donne? Le donne-donne che spesso si dimenticano di utilizzarli, cosa che le rende molto apprezzate dal genere uomo-uomo?

Facciamo un patto sociale, vero e cerchiamo tutti, uomini e donne quell'equilibrio tra le nostre controparti interiori in modo da accendere tutti i neuroni potenziali, il nostro sentire animico per arrivare ad accendere il centro del cuore in questo cosi' non saremo piu' ne' soltanto uomini, ne' soltanto donne, ma esseri umani.

domenica 9 ottobre 2011

L'AMORE QUESTO SCONOSCIUTO

Ancora una volta eccomi qui a scrivere un monologo sull'Amore, dopo che fiumi di carta sono stati gia' scritti e migliaia di pensieri su di esso pensati. avra' un senso?  Forse lo avra' per me che lo scrivo e che ho avuto questa mattina il desiderio di farlo.
L'Amore e' un dono, un dono puro e' semplice, per questo l'Amore e' divino, il nostro umano puo' tendere a questo amore in modo piu' o meno perfetto in quanto la nostra capacita' di amare si affina insieme a noi stessi e alla nostra capacita' di ascendere come esseri umani verso il divino che e' in noi.

Se volessi prendere l'esempio piu' fulgido di Amore prenderei Maria, la Madre di Gesu'.
Noi leggiamo la Sua vita come un riflesso di quella del Cristo e gia' qui si vede il livello di Amore di questo essere UMANO, asceso al Divino.
Gesu' in fondo ha incarnato lo Spirito del Cristo e questo gli ha fatto completare il suo percorso evolutivo nell'amore incondizionato per tutto il genere umano, amore descritto in tanti testi evengelici.
Perche' quindi rifarsi a Maria? Maria per il suo cammino di dono e amore senza interventi di esseri superiori, nata donna e Umana ha percorso nell'amore un cammino che l'ha portata ad ascendere al cielo.
Diciamo che se il Cristo ha aperto la strada per l'Umanita', Maria e' stata la prima a percorrerla e quindi la sento piu' vicina a noi, umanita' in cammino.

Poi l'amore di una madre e' quello nel quale l'essere umano si e' corrotto meno, e' l'amore-dono piu' comprensibile, quello piu' accettato.

L'amore e' un dono, ripeto, e come tale NON CHIEDE NULLA ALL'ALTRO.
Sono io che amo, sono io che sento questo amore dentro di me. L'altra perosnoa puo' ricambiarlo o meno questo non puo' influire sul mio amore.
L'amore non e' CONTROLLO, non e' POSSESSO, non e' GIUDIZIO, non e' GELOSIA e non puo' nemmeno essere CONQUISTA o PERDITA, ne' tantomeno MANIPOLAZIONE.
L'amore non e' nemmeno PERDONO, perche' senza giudizio non vi e' nulla da perdonare.

"Padre perdona loro perche' non sanno quello che fanno".... non io vi perdono.. quale amore piu' grande ??
E anche L'Arcangelo Michele in lotta con Stana per il corpo di Mose' non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: "Ti condanni il Signore".
Quindi neanche un Arcangelo puo' giudicare....
In teoria un essere umano dovrebbe arrivare a provare amore per tutti indistintamente, il che non vuole dire che esprimera' questo amore con tutti in maniera uguale.

Viviamo in un mondo con delle strutture sociali e delle morali che spesso sono in contrasto con il concetto di amore, ma pur rispettando il mondo in cui attualmente viviamo dobbiamo riconoscere l'incapacita' diffusa di amare che contraddistingue i rapporti.

- amo perche' ho paura di essere solo (soddisfo un bisogno)
- amo perche' ho paura di non essere accettato (mi identifico nell'altro)
- amo perche' voglio che l'altra persona mi ami (ricatto affettivo)
- amo perche' cosi' sento di possedere qualcosa (non voglio perdere qualcosa che ho, egoismo)
- amo perche' cosi' ho il controllo sull'altro (potere)
- amo perche' non posso ammettere di non essere capace ad amare (orgoglio)

Tutti questi problemi riguardano la persona che dice di amare e se non risolti in maniera piu' o meno evidente impediscono di fatto un amore vero.
Quindi ne consegue che prima una persona debba imparare ad amare se' stessa, senza questo sara' impossibile amare qualcun altro.
Solo quando avro' risolto questi miei problemi interiori di paure, potere, possesso, orgoglio e quindi saro' una persona in grado di vivere bene con se' stessa, senza BISOGNI da soddisfare e da proiettare sull'altro, allora forse potro' iniziare ad amare chi mi sta attorno.

Se poi sulla mia strada incontrero' qualcuno che amero' con l'amore del cuore, quello dei sensi e dei sentimenti, allora vorro' colorare questo amore con un rapporto di coppia, che nuovamente lascia completamente libero l'altro.
Se poi non saro' soddisfatto di quanto avro' trovato il problema non sara' mai dell'altro... al limite potro' decidere di non continuare a proiettare i miei sentimenti su quella persona e cambiero' la forma del mio amore... il quale pero' restera' immutato, se era vero amore.
Solo non lo esprimero' piu' con un rapporto di coppia.

Ma in qualsiasi caso non vi saranno colpe, non vi saranno rivendicazioni o tentativi di manipolazione.

Uno dei problemi piu' grandi e' il GIUDIZIO, giudicare le scelte e le azioni dell'altro. Ogni essere ha un cammino che puo' seguire in maniera piu' o meno tortuosa. L'amore verso l'altro e' il continuo aiuto nel cammino, il saper lasciare andare se necessario, supportare, sorreggere e mai giudicare o manipolare l'altro.
In realta' non esistono azioni errate, tutto rientra nell'esperienza e serve da accrescimento, l'unico peccato e' l'omissione, il fermarsi il congelare il proprio camminare sulla strada della propria crescita.
Possiamo quindi amare ed essere di sprone, non come crediamo noi sia giusto, ma come sia giusto per l'altro.

Noi giochiamo con gli altri, cerchiamo formule di esperienza che ci portino a vincere questo gioco, a segnare piu' punti dell'altro; cerchiamo consigli negli amici che ci dicano come barare al gioco, che ci indichino la strategia per la vittoria facendo leva sui sensi di colpa dell'altro, sulle sue paure, sui suoi desideri.
Quando vinciamo e sentiamo di avere il controllo stiamo bene, siamo al settimo cielo, quando le strategie dell'altro, pur uguali, ci vincono e prendono il sopravvento le nostre paure, i nostri sensi di colpa, allora stiamo male.
Come prima reazione ci pieghiamo all'altro paurosi di perdere cio' che abbiamo fino a quando non tentiamo di rialzare la testa e ricominciamo la nostra manipolazione nel tentativo di tornare a sentirci vittoriosi in questa lotta per il POTERE.
Qui l'amore non centra nulla.

Ricordate quando da ragazzini si giocava con gli amici e le amiche al gioco del potere (non tanto amoroso quanto dei sensi)?
Non telefonargli vedrai che cosi' lui/lei ti chiama.....
Non essere troppo buono/a altrementi ti mette i piedi in testa
Ogni tanto fagli una scenata cosi' si ridimensiona
Mettilo/a alla prova, sii ingiusto/a cosi' vedrai se ti ama davvero
Noi continuiamo sempre la stesso gioco in forme solo piu' complesse e sottili.  E' cosi'; e' giusto per imparare a crescere, in fondo siamo bambini... ma tutto questo NON E' AMORE:

Una volta pensavo che l'amore si costruisse giorno per giorno... non e' vero. L'amore si alimenta giorno per giorno. Con i nostri gesti, con la liberta', il dono, il rispetto degli spazi e della vita dell'altro.
O si ama o non si ama, o si e' capaci di amare o non lo si e'.
Possiamo crescere, imparare, questo si' ma e' il cammino VERSO l'amore.

Prima di dire ad una persona io ti amo, pensiamoci bene ed impariamo prima a dire io MI amo.

lunedì 5 settembre 2011

IL SENTIMENTO SI PUO' GESTIRE?

La risposta, che sembra pur ovvia, e' no.
Ma perche' no?
Come faccio allora quando provo qualcosa di negativo nei confronti di qualcuno?

Il sentire e' qualcosa che arriva da dentro, non puo' essere gestito a livello di sensazione, sia che sia una sensazione di attrazione sessuale, sia che sia un sentimento di "pancia", sia che sia una sensazione del cuore o, come normale, una somma di queste la sensazione la subiamo.

Nasce da dentro di noi e arriva e viene recepita cosi' come e'.

Ci piacerebbe magari che il capoufficio ci stesse simpatico e invece no, tutte le volte che lo vediamo proviamo una forte avversione... Che fare ?

In realta, nulla.

Quello che ci compete come uomini adulti dotati di libero arbitrio e' la GESTIONE dell'emozione.
Vorra' dire che anziche' lasciare libera la rabbia di esprimersi posso decidere di aspettare, lasciarla raffreddare prima di passare ad azioni esterne che siano, queste si', sotto il nostro controllo.

Posso provare attrazione per un altro essere umano ed e' vero non ci posso fare nulla, ma posso decidere nella mia liberta' se seguirla o meno.

L'esercizio della liberta' e' sempre condizionato dalla volonta' la quale, al pari di un muscolo, va allenata... Non ci riusciremo subito a controllare le reazioni alle nostre emozioni, ma possiamo allenarci e riuscirci.

La stessa cosa vale per le emozioni mie proprie non scatenate da un'incontro, ma magari frutto di pensieri, situazioni.... Se sono triste posso decidere di smettere di sentire di esserlo e quindi fare qualcosa in questo senso.
Se sono triste e leggo un libro, scrivo il blog, guardo un film, non mi rendo piu' conto di esserlo.
Se sono triste e ho voglia di piangere, posso decidere di non farlo (magari per non mettere in imbarazzo le persone che sono vicino a me), e cosi' via.

Quindi l'espressione delle proprie emozioni e' frutto della liberta' individuale, mentre l'emozione stessa e' frutto del dato di natura intrinseco e specifico di ogni essere umano.

domenica 28 agosto 2011

NUOVO BLOG SU SAN MICHELE ARCANGELO

il percorso iniziato alcuni mesi fa' con questo blog mi porta oggi a crearne uno nuovo riguardante San Michele Arcangelo.
Chi e' interessato puo' seguirlo su: http://arcangelo-michele.blogspot.com/
questa sara' la storia dell'infinita fede donata dall'Arcangelo piu' potente dei cori celesti al genere umano.
crescera' con il tempo...
ogni contributo fotografico di icone o immagini di san Michele Arcangelo, preghiere che lo riguardano e altre notizie sara' ben gradito.

lunedì 21 febbraio 2011

LA CRISTALLIZZAZIONE

La cristallizzazione e' quel processo che inizia nell'essere umano subito dopo la nascita.
Inizia quasi in sordina... sembra che non abbia effetti tangibili ma in realta' prepara il campo a quello che saremo o meglio a come esprimeremo noi stessi una volta adulti.
E' quel processo che si sovrappone e contrappone alla nostra spontanea essenza.
Durante la nostra vita abbiamo esperienze, veniamo educati, impariamo dal mondo circostante e tutto cio' crea un meccanismo di stimoli e risposte, di coazioni a ripetere, se volete il  comportamento del "coatto" messo in evidenza ed in forma di parodia nel film di Verdone.
In realta' abbiamo da un lato tutte le paure accumulate durante l'esperienza di vita e dall'altro le spinte verso la realizzazione dei nostri desideri piu' o meno consci.
La somma di questi due grandi vettori crea tutta quella serie di comportamenti e reazioni per le quali sembra che viviamo come degli automi - ci schiacciano un bottone e noi automaticamente reagiamo in un certo modo, senza neanche pensarci ed a volte, poi, chiedendoci perche'....
Una macchina ci taglia la strada e noi......
Una persona ci parla con un certo tono e noi....

E' come se l'emozionale che dovrebbe liberamente fluire da noi e attraverso noi venisse incanlato in schemi rigidi rendendoci come un cristallo, incapaci di cambiare e quindi anche di crescere.

Il lavoro, peraltro descritto anche dalla psicologia classica, dovrebbe portare a smontare questi nostri meccanismi per lasciare spazio al nostro essere originario che verra' nuovamente istruito da noi stessi in maniera cosciente e non inconsciamente dalle ns. paure.

Quindi il lavoro dovrebbe essere all'inizio il cercare di notare questi nostri meccanismi automatici e tentare di cambiarli, di cambiare le nostre abitudini, di variare, variare il piu' possibile la propria vita in modo che ogni singola azione divenga una scelta, riprendendo noi una sorta di controllo rilassato e cosciente contro lo stress causato dal controllo coatto imposto dalle nostre paure.

sabato 29 gennaio 2011

IL DESIDERIO II - VOLERE SENZA DESIDERARE

Dopo l'incontro avuto con Masha ieri e i pensieri che ne sono scaturiti, forse riesco a specificare altri aspetti del desiderio con un'analisi anche dal punto di vista bioenergetico.
L'assioma contenuto nel commento al post precedente sul desiderio,
DESIDERIO = RISULTATO OPPOSTO
atteggiamento positivo:
VOLERE SENZA DESIDERARE
trova le sue conferme nelle seguenti considerazioni.
Una delle leggi fondamentali della bioenergetica e' l'equilibrio, o meglio il continuo riequilibrio del bilancio energetico.
Ogni qualvolta noi agiamo, parliamo o pensiamo utilizziamo dell'energia
Quando pensiamo fortemente a qualcosa (desiderio) carichiamo quella cosa di un peso energetico.
Dato che noi siamo immersi in un universo che a livello energetico e' molto piu' forte della ns. piu' forte volonta' (universo = potenziale zero o bilancia in equilibrio) e le leggi della fisica impongono un riequilibrio immediato del potenziale, risulta evidente che se il nostro desiderio preme fortemente per spostare l'equilibrio in un senso, una forza altrettanto forte spingera' per il riequilibrio creando accadimenti che contrasteranno in pratica il nostro desiderio.
Oltre cio', possiamo definire il desiderio come il frutto della proiezione energetica dei tre chakra inferiori e quindi riguardanti il desiderio sessuale, quello del possesso e quello del potere, mentre la volonta' si esprime con le qualita' dei tre chakra superiori e specificatamente, la volonta' di amare, la volonta' di comunicare e la volonta' di comprendere.
Differenza sottile tra desiderio e volonta' sta anche nell'aspetto passivo - attivo dei due atteggiamenti; il desiderio in fondo e' passivo e quindi carica un qualcosa di aspettative proiettando pero' all'esterno di noi stessi la realizzazione del desiderio mentre la volonta' e' un tramite per l'applicazione pratica, per l'azione personale e quindi anche il carico energetico insito nell'atto volitivo si equilibra esaurendosi nella realizzazione pratica della volonta' come movimento attivo personale.
Un esempio pratico possiamo constatarlo dalla differente esperienza che proviamo stando in piedi sul bordo di un marciapiede e sull'orlo di un precipizio. La proiezione energetica dettata dalla paura carica questa situazione in maniera talmente forte che le forze del riequilibrio si avvertono distintamente. Quando siamo sull'orlo di un precipizio ci sentiamo stranamente attratti da una forza che ci vorrebbe far saltare nel vuoto mentre un'altra ci spinge fortemente ad allontanarci.
Entrambe queste soluzioni porrebbero fine allo squilibrio energetico che mantenere quella posizione sta causando. Da qui si vede anche come le forze riequilibratrici dell'universo siano assolutamente a-morali e sopra le parti in quanto entrambe le soluzioni sono valide per mettere fine al disequilibrio energetico.
L'equilibrista, con l'applicazione della volonta' nel suo processo di esercitazione viene a trattare il trovarsi sull'orlo di un precipizio senza coinvolgere il primo chakra (sopravvivenza = paura della morte).

Molto spesso potete aver notato nelle persone accanto a voi che quando qualcuno teme qualcosa (di essere lasciato dalla persona amata per esempio) metta in atto comportamenti in realta' incoerenti e portati proprio alla realizzazione di cio' che tanto lo spaventa.
Vi e' da aggiungere che a questa legge generale, ad un livello di comprensione piu' profonda, vi e' una forma di squilibrio continuo dell'universo e quindi dell'umanita e dell'essere umano, verso un'evoluzione.
La spinta evolutiva e' disequilibrante e anche qui vi sono delle controforze, ma il meccanismo e' concepito in modo che se una persona opera in sintonia con il proprio cammino evolutivo i suoi sforzi siano in sincronia con il percorso evolutivo universale e quindi in realta' vi sia una resistenza quasi nulla.
La legge del karma si inserisce anch'essa permettendo di riequilibrare azioni, pensieri etc. non immediatamente, ma quando l'essere umano sia in grado di trarre da questo un insegnamento utile per il cammino evolutivo (quindi anche in incarnazioni successive).
Il principio comunque rimane valido per portarci verso una vita piu' consapevole e ricca di soddisfazioni permettendoci di non creare da noi stessi gli impedimenti sul cammino da noi scelto.

domenica 23 gennaio 2011

OGGI... UN UOMO NUOVO

Oggi 23 Gennaio 2011 alle ore 8,00 del mattino a Roquebrune Cap Martin, dal taglio purificatore dei legami con le proprie paure e difese, grazie al dono della spada di Michele, e' nato un uomo nuovo.
Riuscira' a sopravvivere al freddo dell'indifferenza del mondo ?
Riuscira' a superare le illusioni ?
Riuscira' a esprimere se' stesso al di la' delle proiezioni su di lui riversate ?
Riuscira' finalmente ad amare ?
Io non lo so, ma lo spero....

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Non so se realmente oggi e' nato o e' stato solo concepito il seme della potenzialita'.
Non so come si realizzera' e se riuscira' a farsi strada dentro di me, spero di essere in grado di lasciarlo crescere, spero di poterlo ascoltare mentre si rafforza e prende finalmente il posto dovuto nella mia esistenza.
Mi ha gia' donato la speranza che e' il motore per il cambiamento.
Un dono grande, spero di essere in grado di accettarlo al di la' del mio pessimismo. (che gia' mette dentro di me il tarlo dell'illusione, mi spinge a far finta che niente sia realmente accaduto etc. etc.)
Oggi e' festa dunque, gioite con me.

P.S: che sia un segno che nell'era dell'acquario egli sia un acquario ascendente acquario ?
dove Urano domina il suo tema natale definendolo : "Colui che Risveglia" - " The Awekener"

Leggendo il tema Natale di questo Uomo Nuovo, in realta' ho gia' visto molto di cio' che oggi sono, e di cio' che vorrei essere.... sembra mi si adatti piu' di quanto il caso potrebbe mai mettere insieme... sembra anche molto una speranza esprimendo anche cio' che mi piacerebbe essere. Se fossi o diventassi cosi' mi piacerei molto e quindi questo uomo nuovo e' un dono per la mia esistenza che vorrei veder realizzato e che quindi ricevera' le mie energie per venir manifestato.

Ogni aiuto e richiesto e benedetto.

GRAZIE !