domenica 8 luglio 2012

PECCATO, CONFESSIONE E PERDONO

PECCATO, CONFESSIONE E PERDONO

Purtroppo le influenze negative di una cultura cattolica creata da una Chiesa piu' attenta al potere temporale che allo spirito, ferma ad un Gesu' in croce senza aver considerato nella sua realta' quotidiana il Cristo risorto, hanno condizionato i nostri concetti e ci hanno portato a credere che il perdono sia in qualche modo necessario.
Inoltre, negando di fatto la missione del Cristo, la chiesa si e' arrogata il ruolo di tramite unico ed irrinunciabile tra l'uomo e il divino.

Come prima cosa ricordiamo che il rapporto tra l'uomo e il divino e' diretto, intimo e sempre presente e legato solo alla libera scelta di ogni singolo individuo.
Sono le anime bambine che hanno bisogno di una chiesa, di una comunita' che le guidi, che dia le regole, per restare in contatto con la loro spiritualita', che comunque solo cosi' non trovano.

Il perdono presuppone un giudizio, se non vi e' giudizio non vi puo' essere perdono.
Il Cristo disse: Padre perdona loro perche' non sanno quello che fanno. Neanche il Cristo si e' arrogato il diritto di giudicare e di perdonare.
L'Arcangelo Michele nella lotta con il diavolo per il corpo di Mose' disse: ti giudichi Dio... Stessa affermazione dell'unico diritto divino al giudizio (finale).
Questo Diritto lo ha difeso Michele stesso quando gli angeli ribelli si volevano arrogare questo diritto di giudizio dicendo di poter essere come Dio ed egli li sconfisse con la sua terribile domanda: CHI COME DIO ?
Dio e' al di la' della creazione, per sua essenza e' il creatore quindi al di sopra di essa, non ne fa' parte. E' la creazione a far parte (una piccola parte) di Dio e non il contrario.
All'interno della creazione troviamo esseri di luce come il Cristo, la Madonna, Angeli e Arcangeli, ma nessuno si arroga il diritto di giudicare.

Quindi se non vi e' diritto al giudizio non vi e' diritto al perdono e nemmeno la necessita' delle scuse.

Come possiamo traslare questo processo nel reale processo legato a questo mondo secondo gli insegnamenti del Cristo?
Avendo escluso il Giudizio, essendo caratteristica di Dio, definiamo:
PERDONO = ACCETTAZIONE
SCUSE = RICHIESTA DI ESSERE ACCETTATI
Base per tutto questo e' l' AMORE

Quindi la persona che con amore si pone di fronte agli altri li deve accettare per cio' che sono, con la loro umanita', i loro errori e i loro difetti. Questo non vuol dire che debba essere d'accordo con cio' che fanno o che debba sopportare la vicinanza con qualcuno che, a causa della sua incoscienza e fallibilita' umana, gli porti danno. Puo' sgegliere nel suo libero arbitrio di andarsene o di ricorrere al giudizio dell'uomo (tribunali etc.) se non potra' reggere questo fardello, ma qui parliamo di giudizio e perdono divini.

Colui il quale sbaglia, se consapevole, chiedera' non tanto scusa, ma agli altri di essere accettato con i propri errori cercando di NON OMETTERE di migliorarsi, di ricercare la propria strada, di comprendere, di imparare.

Perche' un altro concetto errato e' proprio quello di PECCATO.
L'unico peccato che ha citato il Cristo e' quello di OMISSIONE. avevo fame e non mi avete dato da mangiare, ero nudo e non mi avete vestito.....
Non vi e'peccato nel fare qualcosa, vi e' peccato nell'omettere di fare del bene, di ricercare la propria crescita, di cercare di migliorarsi.
Ma anche questo peccato non e' sottoposto a GIUDIZIO.
Infatti anche il libertino che si pente all'ultimo momento entrera' nel regno dei cieli cosi' come colui che e' stato sempre buono e morigerato.

Qui non si tratta di fare i conti con la bilancia di quanto lunga e tortuosa sia stata la strada, ma dell'essere infine arrivati.

Quando il giudizio finale vi sara' e DIO "giudichera'" allora chi sara' arrivato alla fine dell'evoluzione e avra' compiuto il suo cammino diventera' un essere angelico ed entrera' nel regno dei cieli, e chi non vi sara' riuscito uscira' da questo cammino evolutivo, eccovi il vero significato di paradiso ed inferno, ma non dopo la nostra morte.... Dopo centinaia di incarnazioni su questa terra.
Diciamo che quando moriamo andiamo tutti nel "purgatorio" dove anime piu' evolute ci insegnano e ci mostrano i nostri errori in attesa di reincarnarci e ritornare ad affinare le nostre esperienze.

Solo alla fine, quando il tempo per questo compito sara' finito, vi sara' il Giudizio, che poi non sara' altro che il risultato delle nostre stesse azioni e quindi un giudizio, non giudizio.... Solo una constatazione di fatto.

Quindi ricordando che il Cristo e'
Amore infinito
Comprensione infinita
Empatia infinita
Cerchiamo di rifletterci in questo e di non giudicare chi e' vicino a noi, di non perdonare, ma accettare e ovviamente accettarci.