lunedì 8 novembre 2010

IL GIOCO DELLE PARTI E COME SMONTARLO

L'essere umano così come ci appare in tutte le sue espressioni e' in realtà il risultato di più parti che sono coinvolte nelle varie espressioni dell'essere e che dipendono in gran parte dalle esperienze vissute, dall'educazione e dalle conoscenze, spesso restituite come convinzioni.
In realtà nel gioco di queste parti può rimanere poco dell'individuo così come nato o così come sarebbe se queste influenze venissero eliminate o limitate.
Si potrebbe obiettare che in fondo l'essere umano sia proprio la risultanza di tali fattori ma allora il senso più profondo della vita ne risulterebbe fortemente limitato e mi pongo quindi il compito di proporre una visione alternativa.
L'uomo nasce con una sua anima, un suo ben definito schema di comportamenti e reazioni caratteriali che lo contraddistinguono nella sua unicita'. Le sovrastrutture educative ed esperienziali (chiamate in psicologia super-io) che lo inseriscono nella vita adulta, da essere non cosciente fino ad evolversi in una persona con una coscienza di se che dovrebbe spogliarsi consapevolmente di questi influssi esterni per ritrovare la propria anima, esistono appunto perché questi possa governarla con il SE' e non per lasciarla in balia del super-io.
Quante volte notiamo dei comportamenti, praticamente automatici, che non riconosceremmo, se analizzassimo noi stessi con un minimo di sincerità, come nostri?
E' il caso classico dei litigi e battibecchi tra persone che vivono insieme quando ci si trova di fronte a veri e propri comportamenti ripetitivi stimolo-risposta (coazioni a ripetere) in cui ad una determinata frase, ad un comportamento o ad un tono si reagisce immediatamente in un determinato modo, anche se a freddo ci si pente di quel comportamento.
Sono meccanismi che sembrano avere vita propria e che sono appunto le nostre "parti".
Ne abbiamo una con il capo in ufficio, una con il compagno, una per la suocera, una quando siamo al volante di un'auto...... Ma allora chi siamo noi?
A volte la presenza invadente di queste parti o di una di esse in particolare, alla quale abbiamo noi stessi dato potere delegandole il controllo della nostra vita in un momento magari particolare, in cui eravamo preda di un'aggressione esterna, vittime di un abbandono o decisi ad imitare altre persone che ritenevamo più adatte ad essere vittoriose nella vita, ci soffoca, ci rende infelici, ci fa capire che quelli non siamo noi. Nei momenti di quiete e di solitudine quando le vittorie di Pirro ci si rivoltano contro, possiamo anche disperatamente renderci conto che non siamo noi, che non vogliamo più l'aiuto di questa parte.
Come fare?
Con il tempo la parte "meccanismo" ha preso potere, lotta per tenere quel controllo che le abbiamo lasciato, sembra un muro solido contro il quale la ns. Volontà si infrange.
Fortunatamente il meccanismo non e' vivo... E' solo un meccanismo, appunto, e come tale basta trovare il metodo giusto per eliminarlo... Bisogna far nuovamente emergere chi comanda veramente in casa nostra.
Per fare questo serve purtroppo una forte dose di volontà e se vogliamo un protocollo molto preciso per attuarla.
La legge generale per questo tipo di interventi e' RITMO, ORDINE, NUMERO.
Ritmo perché ciò che si fa deve avere una sua cadenza precisa.
Ordine perché deve essere un'azione volta mettere in ordine qualcosa di non sotto controllo e quindi caotica per definizione.
Numero perche' deve essere ripetuta un numero elevato di volte.
Ogni caso logicamente richiede un'applicazione dedicata volta a capire quali siano le cose migliori da fare che sono, ovviamente, sempre quelle che ci danno più fastidio, che ci costano più sacrificio..... Alttrimenti come faremmo a dimostrare la nostra volontà? (soprattutto che la nostra volontà e' superiore al potere della parte che vogliamo eliminare).
Un altra cosa importante da capire e' che nessuna parte e' del tutto inutile e che nessuna parte va eliminata, ma solo limitata nell'azione veramente quando serve sotto il controllo del SE e non lasciata alle proprie libere decisioni.
Quindi se, per esempio, abbiamo optato nella vita per lasciare il comando ad una parte che ci impedisce di riordinare le nostre cose (magari per imitare un fratello più grande disordinato ma ai nostri occhi di successo, o per negare l'influenza troppo pressante di una madre) allora dovremo operare un qualcosa di questo genere.
1) identificare questa parte cercando di capire che emozioni ci sollecita, le modalità di azione, quando interviene, quali frasi ci fa pronunciare etc.
2) parlare con questa parte dicendo che ci sta impedendo di crescere, che e' stata molto utile, ma che adesso il suo ruolo e' cambiato, che non sara' uccisa ma che tornerà utile ogni qual volta qualcuno cercherà di imporsi o ci minaccerà nuovamente...
3) pensare a delle azioni da effettuarsi ESATTAMENTE ad una determinata ora e in un determinato modo che vadano a compensare quello che questa parte ci impedisce, come per esempio il riordinare la camera, facendo tutto questo come se fosse un appuntamento fisso e rituale.
4) ripetere quanto sopra un numero di volte tale da farci percepire chiaramente che abbiamo noi il controllo.

ATTENZIONE: e' molto facile illuderai di avere il controllo, e' molto facile che questa parte trovi il modo che si premano i tasti che ci stimolano il comportamento coatto a lei legato per dimostrarci l'inutilità del tentativo e che in fondo viviamo bene cosi'.
Per smontare una parte bisogna fortemente volerlo altrimenti vincerà lei.... Abbiamo tutte le possibilità, ci vuole solo volontà, tempo, rialzarsi dopo ogni caduta e riprovare e mai lasciarsi convincere dalle scorciatoie.... Non esistono.

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