sabato 29 gennaio 2011

IL DESIDERIO II - VOLERE SENZA DESIDERARE

Dopo l'incontro avuto con Masha ieri e i pensieri che ne sono scaturiti, forse riesco a specificare altri aspetti del desiderio con un'analisi anche dal punto di vista bioenergetico.
L'assioma contenuto nel commento al post precedente sul desiderio,
DESIDERIO = RISULTATO OPPOSTO
atteggiamento positivo:
VOLERE SENZA DESIDERARE
trova le sue conferme nelle seguenti considerazioni.
Una delle leggi fondamentali della bioenergetica e' l'equilibrio, o meglio il continuo riequilibrio del bilancio energetico.
Ogni qualvolta noi agiamo, parliamo o pensiamo utilizziamo dell'energia
Quando pensiamo fortemente a qualcosa (desiderio) carichiamo quella cosa di un peso energetico.
Dato che noi siamo immersi in un universo che a livello energetico e' molto piu' forte della ns. piu' forte volonta' (universo = potenziale zero o bilancia in equilibrio) e le leggi della fisica impongono un riequilibrio immediato del potenziale, risulta evidente che se il nostro desiderio preme fortemente per spostare l'equilibrio in un senso, una forza altrettanto forte spingera' per il riequilibrio creando accadimenti che contrasteranno in pratica il nostro desiderio.
Oltre cio', possiamo definire il desiderio come il frutto della proiezione energetica dei tre chakra inferiori e quindi riguardanti il desiderio sessuale, quello del possesso e quello del potere, mentre la volonta' si esprime con le qualita' dei tre chakra superiori e specificatamente, la volonta' di amare, la volonta' di comunicare e la volonta' di comprendere.
Differenza sottile tra desiderio e volonta' sta anche nell'aspetto passivo - attivo dei due atteggiamenti; il desiderio in fondo e' passivo e quindi carica un qualcosa di aspettative proiettando pero' all'esterno di noi stessi la realizzazione del desiderio mentre la volonta' e' un tramite per l'applicazione pratica, per l'azione personale e quindi anche il carico energetico insito nell'atto volitivo si equilibra esaurendosi nella realizzazione pratica della volonta' come movimento attivo personale.
Un esempio pratico possiamo constatarlo dalla differente esperienza che proviamo stando in piedi sul bordo di un marciapiede e sull'orlo di un precipizio. La proiezione energetica dettata dalla paura carica questa situazione in maniera talmente forte che le forze del riequilibrio si avvertono distintamente. Quando siamo sull'orlo di un precipizio ci sentiamo stranamente attratti da una forza che ci vorrebbe far saltare nel vuoto mentre un'altra ci spinge fortemente ad allontanarci.
Entrambe queste soluzioni porrebbero fine allo squilibrio energetico che mantenere quella posizione sta causando. Da qui si vede anche come le forze riequilibratrici dell'universo siano assolutamente a-morali e sopra le parti in quanto entrambe le soluzioni sono valide per mettere fine al disequilibrio energetico.
L'equilibrista, con l'applicazione della volonta' nel suo processo di esercitazione viene a trattare il trovarsi sull'orlo di un precipizio senza coinvolgere il primo chakra (sopravvivenza = paura della morte).

Molto spesso potete aver notato nelle persone accanto a voi che quando qualcuno teme qualcosa (di essere lasciato dalla persona amata per esempio) metta in atto comportamenti in realta' incoerenti e portati proprio alla realizzazione di cio' che tanto lo spaventa.
Vi e' da aggiungere che a questa legge generale, ad un livello di comprensione piu' profonda, vi e' una forma di squilibrio continuo dell'universo e quindi dell'umanita e dell'essere umano, verso un'evoluzione.
La spinta evolutiva e' disequilibrante e anche qui vi sono delle controforze, ma il meccanismo e' concepito in modo che se una persona opera in sintonia con il proprio cammino evolutivo i suoi sforzi siano in sincronia con il percorso evolutivo universale e quindi in realta' vi sia una resistenza quasi nulla.
La legge del karma si inserisce anch'essa permettendo di riequilibrare azioni, pensieri etc. non immediatamente, ma quando l'essere umano sia in grado di trarre da questo un insegnamento utile per il cammino evolutivo (quindi anche in incarnazioni successive).
Il principio comunque rimane valido per portarci verso una vita piu' consapevole e ricca di soddisfazioni permettendoci di non creare da noi stessi gli impedimenti sul cammino da noi scelto.

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