martedì 9 febbraio 2016

LA CROCE DEL QUATERNARIO  
LA TRINITA' DELLA FEDE  
IL DUALISMO BENE E MALE  

Quando il Cristiano si segna con la Croce pronuncia le parole:
Nel nome del PATER, del FILIUS e dello SPIRITUS SANCTI...
Forse con l'abitudine ci siamo dimenticati che uniamo un
simbolo composto da 4 punti, la croce, con un segno composto
da tre parti, la Trinità Divina... e non ci rendiamo conto di
quanto sia impossibile integrare queste due realtà.
Ci si dovrebbe quindi chiedere cosa in realtà rappresenti il
quarto polo. Per trovare delle risposte cerchiamo di ricordarci
quanto scritto nella genesi dell'universo secondo la teologia
Cristiana e quindi nell'Apocalisse che descrive i primi istanti
della creazione come i primi istanti successivi al Big-Bang.
Ecco che il Padre creando l'universo lo ha voluto DUALE e
quindi vi sono forze in esso che sono in contrapposizione, così
alle schiere degli Angeli espressione dello Spirito Divino
vengono a crearsi le schiere Diaboliche ed il quarto punto e'
appunto il DIABOLUS. Il Diabolus risulta in opposizione come
scala lineare allo SPIRITUS SANCTI, ma sullo stesso asse, ossia
della stessa tipologia energetica, infatti trattasi delle schiere
di Satana l'Angelo ribelle.
 


Quale e' stato il peccato di Satana? il voler essere come il
PATER, quindi scimmiottare il Dio creatore senza però averne
le caratteristiche; infatti il piano angelico non ha collegamenti
diretti con il piano del PATER.



Nell'istante subito dopo la creazione nulla poteva stabilire
quale fosse la triade che si sarebbe manifestata. Quella che
oggi conosciamo, oppure quella diabolica ?



Ecco che la Vergine stava per partorire il Figlio e Satana si
erse per divorarlo... allora le schiere Angeliche comandate
Dall'Arcangelo Michele combatterono contro le schiere di
Satana e le sconfissero e fu loro interdetto l'accesso al Regno
dei Cieli.
L'asse diagonale, la lancia dell'Arcangelo Michele impedì al
Diabolus ti prendere il Filius e lo separò per sempre dallo
Spiritus Sancti impedendo di fatto la creazione della trinità
diabolica.
Si nota da questi disegni come non vi sia collegamento tra il
Piano del Pater e quello del Diabolus e che la sua sia
veramente una trinità che scimmiotta quella del Pater
essendo esso stesso parte di una creazione che egli non potrà
mai replicare se non con l'illusione.
Vediamo inoltre come i veri opposti siano il Pater e il Diabolus
e che si trovino quindi a 90 gradi in quanto le caratteristiche
in antitesi si esprimono con questa configurazione (come
maschile e femminile, materiale e spirituale), mentre sono
opposti nell'espressione ma uguali come essenza i

 Nell'istante subito dopo la creazione nulla poteva stabilire
quale fosse la triade che si sarebbe manifestata. Quella che
oggi conosciamo, oppure quella diabolica ?
Ecco che la Vergine stava per partorire il Figlio e Satana si
erse per divorarlo... allora le schiere Angeliche comandate
Dall'Arcangelo Michele combatterono contro le schiere di
Satana e le sconfissero e fu loro interdetto l'accesso al Regno
dei Cieli.


L'asse diagonale, la lancia dell'Arcangelo Michele impedì al
Diabolus ti prendere il Filius e lo separò per sempre dallo
Spiritus Sancti impedendo di fatto la creazione della trinità
diabolica.
Si nota da questi disegni come non vi sia collegamento tra il
Piano del Pater e quello del Diabolus e che la sua sia
veramente una trinità che scimmiotta quella del Pater
essendo esso stesso parte di una creazione che egli non potrà
mai replicare se non con l'illusione.
Vediamo inoltre come i veri opposti siano il Pater e il Diabolus
e che si trovino quindi a 90 gradi in quanto le caratteristiche
in antitesi si esprimono con questa configurazione (come
maschile e femminile, materiale e spirituale), mentre sono
opposti nell'espressione ma uguali come essenza i poli che si
trovano a 180 gradi.

giovedì 26 dicembre 2013

26/12/2013... io sono qui


La fine di un grande ciclo di vita, in fondo 50 anni sono una svolta epocale nella vita di un Uomo, la nascita del Xristos, la fine di un anno...

Tanti eventi e tante emozioni, pensieri, tutto si condensa infine e come non parlarne, come tacere sulle proprie emozioni, come non presentare all'essenza del mondo i propri pensieri ?

Non certo perche' li consideri degni o migliori, ma seguo un Arcangelo e ne devo segnare la via.

Tuto quanto accaduto negli ultimi due anni di cammino, di ripresa del sentiero natio, e' da rivolgersi alla Sua guida al mio sentire e al Suo accompagnarmi lieve e forte, senza indugi, senza deviazioni, come la lama della spada che impugno in suo nome da tanti anni e che ancora non sono degno di portare nel suo nome, ma che mi ritrova sempre pronto alla prossima lezione di vita perche' io possa finalmente esserne degno Cavaliere.

Un cammino ritrovato tre anni fa sulla linea dei Suoi luoghi sacri dalla Cornovaglia alla Puglia, consolidato nelle sue Cattedrali Gotiche in pellegrinaggio sulla via Templare e realizzato nella sua Spada e nelle sue iniziazioni a Cavaliere avvenute nei giorni delle sue commemorazioni piu' solenni.

Mai piu' di oggi abbiamo bisogno di un risveglio, di seguire la Sua via fino al Xristos.
Mai piu' di oggi siamo consapevoli della necessita' di trasformare la conoscenza in strumento per portare aiuto a questo mondo che ne abbisogna in modo tanto disperato.

E' venuto il momento di curare questa disperazione con la fede nel Suo aiuto, nella Sua presenza e nel potere della Sua spada contro le forze oscure che sembrano (ma solo sembrano) prevalere oggi su quanto di meglio vi e' nell'animo umano.

Uniamoci a gruppi di due e questi gruppi si uniscano a quattro e questi altri ancora fino a segnare con il nostro vociare ogni angolo di strada, fino ad illuminare con la nostra speranza ogni angolo del mondo, fino ad incidere con la nostra fede ogni ruga di ogni viso, perche' ogni espressione dei nostri volti non sia altro che il riflesso della nostra Anima in contemplazione del Xristos.

Per arrivare a cio' seguiamo il cammino che l'Arcangelo Michele ha preparato per noi, anime Micheliane che lo hanno incontrato quando disincarnate e che hanno suggellato con Lui un patto di cooperazione e di aiuto impegnandosi a lottare e a camminare sul sentiero verso il Cuore Immacolato, dimora del Xristos.
Arc. Michele con i Disincarnati
 

Quindi fratelli e sorelle miei, voi che camminate sul sentiero della Vergine e dell'Arcangelo Michele, vi aspetto nel nuovo anno, sull'altra sponda del fiume, per ingrossare le schiere di coloro che tengono alta la spada di Michele, protezione e rifugio sicuro contro le opere del maligno e scuola di vita sia per la pecorella smarrita che per i pastori di anime.

Vi abbraccio in questo giorno!

domenica 17 novembre 2013

LA DISPERAZIONE

La disperazione
In questo mondo in cui siamo tutti divisi, separati. In cui la percezione di appartenenza' e' stata distrutta nel tempo, partendo dal sentirsi un popolo, una comunita', fino al sentirsi una famiglia unita.
Ora che giustamente siamo giunti, per nostra necessita' evolutiva, a sentirci individui, ora siamo realmente alla merce' di noi stessi.

Ma quale e' stato il cammino evolutivo verso l'individuo?

Un cammino di amore e di riconoscimento dell'altro?

No, purtroppo no. La frantumazione e' arrivata come risultato di una spersonalizzazione dell'individuo, ridotto ad un semplice numero in equazioni statistiche. Un essere schiavo, valido solo nel senso dell'arricchimento di pochi e perso nella sua assurda convinzione di essere soddisfatto da cio' che lo circonda scimmiottando quanto gli viene offerto come modello ideale di bellezza, ricchezza e potere, non avendo in realta' alcuna possibilita' di accesso a nessuna di queste risorse.

Allora si soddisfa con le briciole che gli vengono lanciate nell'illusione di esistere e di essere soddisfatto,  con l'ultimo telefono, con il potere di schiacciare un pugno di esseri uguali a lui ma meno fortunati o di facendosi ammirare per qualita' tanto effimere quanto inesistenti.

Strangolato sempre piu' dalla disinformazione, tenuto al guinzaglio dal credito, frustato con la competizione e la corsa al falso potere (quello vero non e' certo condiviso con alcuno), ecco che l'essere umano vive la piu' profonda delle disperazioni, quella che non capisce di provare.....

Invece di essere felice ogni mattina per la nuova vita che inizia, perche' in fondo in salute, perche' non solo, perche' ha tante possibilita' davanti a lui.... E' disperato. Eppure ancora non lo sa....

Non vi e' niente di peggio della disperazione non riconosciuta.
Un disperato che sa di esserlo, che vede il motivo della sua disperazione, puo' tentare di cambiare la sua situazione o perlomeno di accettarla fino al momento buono per liberarsene. Un individuo che non sa di essere disperato non puo' fare nulla... Solo illudersi con utensili artificiali del lusso, del falso potere.... Fino a quando?

Ritengo che oggi stiamo raggiungendo il punto in cui centinaia di milioni di disperati delle societa' cosiddette avanzate, non riusciranno piu' a nascondere a se' stessi la loro disperazione.
Un momento in cui il lavorare come schiavi di un sistema che arricchisce pochissimi impoverendo il mondo e distruggendo la qualita' della vita non sara' piu' sopportato.
Un momento in cui ci si rendera' conto di quanto ci manchi profondamente dentro il sorriso sincero di qualcuno, l'amore incondizionato, il dono vero, il rendersi utili per gli altri.
Un momento in cui il vuoto esistenziale sara' talmente forte da rompere qualsiasi muro abbiamo eretto per difenderci dalla realta'.
Un momento di profonda, insostenibile disperazione e di illuminazione.

Vi sono gia' delle persone che hanno raggiunto e superato questo momento, vi sono invero molti che ancora non pienamente coscienti hanno cercato di porvi rimedio parzialmente e cercano di operare come veri esseri umani.
Ma quello che vedremo a breve sara' la vera consapevolezza, totale, fuori di ogni velo.
E quando ogni velo sara' caduto sara' rivoluzione.
Non quella con le armi, quella dell'amore
E se rivoluzione deve essere, che rivoluzione sia !!!

Non ha piu' senso continuare a vivere in questo modo e prima ce ne renderemo conto, meno pesante sara' la disperazione dalla quale dovremo uscire.
Sara' come uscire dal tunnel della droga, una droga totale, pesante, annichilante che prendiamo in dosi massicce da anni.
Una droga che altera il nostro sistema di valori, che ci fa vedere noi stessi come il centro dell'universo e che ci fa sentire soli in guerra con tutto il resto dell'umanita', che ci fa ammazzare e distruggere, che ci rende egoisti e ciechi, che ci fa credere che uccidere se' stessi ogni giorno per avere un'auto piu' nuova sia la miglior scelta nella vita.
Senza di essa saremo persi, disperati, incapaci di agire....
Ma poi ci riprenderemo e ricominceremo a vivere non piu' con i pensieri e le sensazioni distorte dalla droga, ma per vivere la realta' di amore e di luce per la quale siamo stati creati e siamo venuti a questo mondo.

Iniziamo a prepararci perche' la resistenza al cambiamento sara' feroce e le forze che ci tengono schiavi non ci lasceranno andare tanto facilmente, ma questo e' il nostro destino e nulla potra' cambiarlo, stara' a noi renderlo semplice e sereno o difficile e straziante, ma non vi e' altra via.

Chi sa coglierne i segnali gia' lo puo' vedere all'opera....

Venga allora il cambiamento !!!


domenica 10 marzo 2013

LA REALTA' E' RELATIVA

Le realta' sono relative
In fondo anche la verita' e' un assoluto difficilmente percepibile dall'essere umano. Solo lo spirito ha accesso alla verita' unica.
Le versioni della verita' che noi percepiamo sono appunto versioni, mentre la verita' e' unica.

Il discorso della realta' relativa si puo' spingere invece oltre il dualismo assoluto del reale o meno, del vero o falso.
Pur se filosoficamente persi nella ragione non possiamo che affermare che la realta' sia unica, nella definizione di realta' stessa vi e' un relativismo intrinseco.
Che cosa e' per me la realta' ?
Quale realta' e' per me veramente reale ?

Steiner porta l'esempio di come noi percepiamo una persona lontana. La percepiamo piccola, mentre sappiamo per logica che essa e' molto piu' grande di come appare....
Ma per noi e' cosi' importante la realta' assoluta della sua dimensione uguale alla nostra e comparabile con quella di qualsiasi altro essere umano?
No ! Per noi quella persona e' lontana, non ne percepiamo l'umore, le parole, non la riconosciamo, non ha influenza su di noi come una persona vicina.
Una persona lontana e vicina hanno dimensioni diverse per la nostra percezione perche' sono invero diverse per la nostra realta'.

A forza di ricercare la logica astrazione della realta' considerata vera, perdiamo di vista quello che davvero e' importante per la nostra realta', quella che viviamo tutti i giorni.
E' vero che una consapevolezza a livello di umanita' di concetti e scopi che ci accomunano e' un passo in avanti nel cammino evolutivo di ciascuno di noi, ma e' altrettanto vero che in questo mercato globale, dove le notizie porgono sempre piu' attenzione a qualcosa di lontano da noi, perdiamo la sensazione, il contatto con il nostro mondo reale.
Continuando a vivere nelle fredde regioni della mente diveniamo sempre piu' separati dalla nostra relata' ci atomizziamo, ci rendiamo isolati dal mondo reale che ci circonda vivendo solo piu' di realta' per noi virtuali.

Virtualmente la Terra gira intorno al Sole, e' vero, ma per me che sono e vivo sulla Terra, questo NON e' vero !
I pianeti si muovono in relazione alla Terra non in orbite concentriche ma andando avanti e indietro, oscillando nel cielo e sono questi i movimenti VERI che influenzano il mondo reale della nostra vita, non quelli astratti della scienza astronomica.

Non confondete il mio discorso, non sto dicendo che la conoscenza scientifica sia errata, ma la percezione e' altrettanto importante.
Per non vivere in mondi astratti e virtuali, ma nel concreto, devo riprendere possesso delle mie percezioni reali. Degli istanti di vita quotidiana vissuta, vedere e interagire con chi ho accanto, vicino, grande, con la massima attenzione possibile.

Solo in questo modo potro' acquisire il senso ecologico del vivere in comune con Miliardi di persone su questo pianeta. Si' proprio guardando a cio' che ho vicino e cioe' alla mia percezione della realta' potro' avvicinarmi a chi ho attorno e che vive la mia stessa realta' per poi allargarmi all'umanita' intera.

Solo cosi' il premere un bottone per gestire della vita o della morte di migliaia di persone, non sara' oggetto di una decisione virtuale, solo cosi' potro' rendermi conto della responsabilita' che ho nell'avvelenare l'aria o il cibo che sono atti che richiedono un'astrazione assoluta e folle dalla realtà percepibile...

Come sempre solo nell'attenzione al qui e ora trovo le risposte per il mio cammino e forse capiro' che nella disperata e assurda ricerca di una astratta realta' assoluta ho perso chi ho vicino, l'amore, la gioia di vivere....
Non riusciro' a comprendere le diverse realta' soggettive di chi vive accanto a me considerando la mia realta' sempre peraltro soggettiva, come assoluta, oggettiva, unica degna di esistere. Cosi' neghiamo l'altro.

lunedì 31 dicembre 2012

DAL BUDDHA AL CRISTO

Molti considerano ancora attuali gli insegnamenti legati alla religione Buddhista e bisogna ammettere che i messaggi in essa contenuti sono sempre molto belli, validi ed attuali.
Bisogna pero' porre attenzione su alcuni punti riguardanti il concetto di maya (illusione) legato alla materia, al mondo in cui viviamo e alle strade ed ai metodi (yoga per es.) utilizzati per procedere nel cammino evolutivo.
Bisogna rendersi conto che alcuni compiti, concetti, metodi, devono essere rivisti, tra cui anche il Karma.
Molto di cio' e' legato allo sviluppo del libero arbitrio e della coscienza.
La vita era sogno ai tempi del Buddha.... Oggi il nostro compito evolutivo e' cambiato. 
Oggi dobbiamo riconoscere la materia (e per questo ci siamo sprofondati dentro) e spiritualizzarla. Non abbandonarla, ma portarla con noi ed elevarla. 
Ecco perche' bisogna stare attenti a riportare pari pari le dottrine indiane, il periodo evolutivo e' cambiato e con questo i compiti. 
Prima del Cristo non vi era una reale capacita' per l'umanita' (non per pochi singoli iniziati) di raggiungere i chakra suoeriori a causa di un blocco energetico a livello del diaframma. 
Ecco quindi che a quei tempi l'unica via per sentire il sottile messaggio dei chakra superiori era quella di spegnere il piu' possibile i tre inferiori considerando emozioni, materia, corpo, energie sessuali, di movimento, cibo etc. come nocive o illusorie. Solo allora nel silenzio della parte animale-istitntiva dell'uomo si poteva accedere ai livelli superiori. 
Dopo la morte del Cristo (si fece buio su tutta la Terra.. IL VELO DEL TEMPIO SI SQUARCIO') la rottura del velo-diaframma ha permesso come passaggio evolutivo per l'umanita' l'accesso diretto ai chakra superiori e lo scambio di energia libero tra essi (e non piu' solo grazie a complicati esercizi yoga per es.). 
Quindi il compito di oggi non e' piu' quello di diminuire il volume dei chakra inferiori per poter ascoltare quelli superiori, ma prendere l'energia dei chakra inferiori e farla scorrere verso i relativi chakra superiori in modo da trasformare l'energia della parte piu' materiale-istitntiva dell'uomo in energia piu' elevata permettendo l'accesso alle qualita' superiori e potenziali dell'essere umano. 
Questo non vuol dire abbandonare la materia ma trasmutarla. Quando i chakra saranno in EQUILIBRIO allora si realizzera' quel cuore Immacolato degno di ospitare la seconda venuta del Cristo e quindi l'accesso diretto ai piani spirituali dentro ogni singolo individuo, qui sulla Terra e senza rinunciare alla materialita'. 
Entrambe le vie quella solo materiale e quella solo spirituale sono tentazioni diaboliche. Ci hanno sempre detto che esiste una dualita', il male sotto e il bene sopra. L'inferno in basso e il paradiso in alto. Ora io vi dico che l'inferno e' sia sopra che sotto, ove quello che viene chiamato luce perfetta, mente limpida, astrazione dalla materia io lo chiamo Lucifero. 
Ebbene e' ora di riconoscere che vi e' una terza via, quella dell'equilibrio nel cuore, nel centro. Questa e' la via di Michele e della Vergine, che porta al Cristo.

lunedì 17 dicembre 2012

PSICHE E ZODIACO

UN LIBRO; UN REGALO; UNA COSCIENZA


Eleven: Psiche e Zodiaco - Genesi e sviluppo della coscienza descritti dagli archetipi zodiacali. Prima edizione italiana con postfazione del Prof. Paolo Aldo Rossi. Prefazione e Premessa dell’autore. Il formato del libro è di cm 17 x 24 con carta all’interno patinata opaca da 115 gr e conta 528 pagine stampate a 4 colori; la copertina è in cartoncino da 350 grammi con padellette, stampata su lato esterno a 4 colori e plastificazione esterna lucida; rilegatura e confezione in filo refe. Il testo è illustrato da 200 immagini di cui 124 a colori e 74 in bianco e nero con complessive 630 note a piè pagina e 278 riferimenti bibliografici riguardanti alchimia e magia, astrologia e astronomia, cabala, yoga, numerologia, filosofia, letteratura, mitologia, psicologia, religioni e sacre scritture, simbolismo, esoterismo, storia delle religioni, antropologia, favole e varie. Peso Kg. 1,300. Edizioni Nova Scripta, Genova - Euro 58,00. Codice a barre ISBN 978-88-88251-26-4
Questo libro nasce da un lungo percorso e un’incessante ricerca condotta dall’autore e dal Center Eleven da oltre un quarantennio. L’opera nel suo insieme si propone come strumento di studio per far conoscere diversi aspetti del simbolismo, partendo dai concetti più semplici per giungere a quelli più complessi e profondi. Nello specifico, Psiche e Zodiaco tratta degli Archetipi Zodiacali e del loro verosimile influsso sullo sviluppo della coscienza dell’essere umano maschile e femminile che possiede modalità proprie e differenti per estensione e interiorità.


Mediante l’analisi accurata e la comparazione di discipline diverse come Alchimia e Magia, Astrologia e Astronomia, Cabala, Simbolismo, Esoterismo, Yoga, Numerologia, Filosofia, Letteratura, Mitologia, Psicologia, Storia delle Religioni e Sacre Scritture, Antropologia e Favole, il testo si prefigge di ampliare e trascendere il senso letterale delle cose per captarne i messaggi più celati, spogliandoli dei contenuti e delle sovrastrutture razionali della cultura predominante, offrendo così diversi livelli di interpretazione e stabilendo suggestive correlazioni tra le suddette discipline, laddove queste sono profondamente congiunte all’antichissimo modello zodiacale. In tale originale ricerca, l’ipotesi è che l’astrologia sia un complesso sistema di memoria archetipica, una specie di “mnemoteca” nella quale è racchiuso, tra l’altro, un sapere psicologico empirico che si esprime metaforicamente per mezzo della simbologia e della struttura zodiacale.


Comprendere il significato dei simboli significa capire e penetrare i misteri della vita e dell’umanità che ci ha preceduto; significa affrontare la tematica di conoscenza della natura e delle sue relazioni con il Macrocosmo e il Microcosmo. Ne è scaturito un lavoro che sotto molti aspetti è completamente nuovo, capace di aprire diverse e inconsuete prospettive nell’interpretazione dei risvolti psicologici umani collegati ai segni zodiacali.

Tra gli argomenti trattati nella prima parte troviamo il concetto di archetipo e di simbolo, l'importanza dei miti, le radici della psicologia del profondo, lo Zodiaco come archetipo cosmico, l'asse del mondo, la bipolarità cosmica, la Triade, la Tetrade, la Croce, il Cerchio e la Spirale. Segue una seconda parte dove è descritto lo Zodiaco come Mandala universale e la descrizione particolare di ogni Archetipo relativo a ciascun segno zodiacale.


La terza parte è dedicata alle basi archetipiche della differenziazione tra Maschile e Femminile e le modalità del loro sviluppo, anche qui descritte per ogni archetipo zodiacale.


In appendice vi sono le note sulla tipologia psicologica desumibile dagli archetipi cosmici dominanti, l'Astrologia e i postulati della psicologia del profondo. Il testo si chiude con il Mito di Amore e Psiche e la Postfazione del Prof. Paolo Aldo Rossi.


Con un linguaggio semplice e comprensibile, l’autore riesce a dipanare le molteplici ed inesauribili intenzionalità celate in ogni simbolo, aiutando il lettore a riconoscere le analogie non casuali che si intrecciano tra miti, storia, religioni e simboli, conducendolo ad esplorare ambiti di conoscenza e di rappresentazione che solo il simbolo è capace di unificare e svelare.


A riguardo dello pseudonimo, l’Autore così scrive in altra presentazione:


Il mio nome non è importante, ho usato lo pseudonimo Eleven, che oltre a parecchi altri significati, è la traduzione inglese del numero Undici. Ogni attributo, ogni nome si appiccica addosso come un tatuaggio incancellabile, mentre il mio desiderio è quello di sentirmi solo un essere umano, uguale agli altri sei miliardi di esseri umani che popolano il pianeta Terra. Per questo motivo esisto come un’unità, un 1 che si trova in rapporto con altri sei miliardi di 1 senza alcuna differenza di casta o di nazionalità, di cultura o di colore di pelle. I due 1 sono perfettamente uguali e intercambiabili in quanto ci si pone al medesimo livello, senza distinzioni e senza posizioni di privilegio.

Siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, dell’UNO supremo e per questo ciascuno è un piccolo 1. Nudi siamo venuti al mondo e immediatamente ci hanno appiccicato un’identità, anzi ancora prima di nascere già ci avevano dato un nome, un nome che non ci lascia nemmeno nel sepolcro. Certamente, dal punto di vista sociale, il nome è una necessità imprescindibile per poterci individuare meglio, e adesso ci hanno anche affibbiato un codice fiscale per poterci più adeguatamente controllare. Ma non ci è bastato, ciascuno di noi si è identificato con un ruolo assumendo attributi sempre più complessi che ci hanno ingabbiato come in una maschera coprendo la nostra vera essenza. Tutto questo può essere socialmente indispensabile: “diamo a Cesare quello che è di Cesare” ma ci ricordiamo della nostra essenza divina da dare a Dio?

11 quindi! Il mio essere umano e l’altro mio pari. Parlo di essere umano e non di uomo, perché come esseri umani non deve esistere nemmeno la distinzione di sesso. L’11 pone le due unità allo stesso livello senza predilezioni o prevaricazioni. Solo così il mio rapporto con l’altro diviene un rapporto d’amore, sincero, perché le mie aspettative sono le sue aspettative, le mie necessità sono le sue necessità; non vi può essere conflitto, non vi può essere guerra.

11! Numero piuttosto controverso che alcuni definiscono come il numero del peccato, dell’eccesso perché va oltre la perfezione del dieci e non raggiunge quella del dodici. Ma esso pone in evidenza due componenti identiche, perfettamente uguali e paritetiche, senza alcuna differenza né di grado né di mansioni; due numeri che collaborano come due soci ugualmente interessati allo sviluppo della propria impresa e che non nascondono tensioni prevaricatorie. Essi possono scambiarsi continuamente il ruolo senza arrecare alcuna turbativa. Il numero appare sempre uguale, comunque si spostino i rispettivi termini. E l’I King intitola l’esagramma 11 – TTAI - La Pace.


Astrologicamente, il numero 11 è abbinato al segno dell’Acquario e all’Undicesima Casa, della quale dice la Morpurgo, è la più incompresa e bistrattata dell’astrologia tradizionale. È la ricerca di un’alternativa, spesso inafferrabile, di tutti gli schemi, regole e pregiudizi che formano il tessuto connettivo della società umana, attivistica e patriarcale. La casa undicesima non si nutre di dualismo, non gioisce delle opposizioni, non giudica, ma mette continuamente in dubbio il fatto che, quanto la società ci propone come modello, sia quello veramente evolutivo. Così facendo, essa è in grado di togliere molti puntelli alla struttura egoica, mettendo continuamente in discussione quelle costruzioni portanti che sorreggono la personalità. Le è soprattutto impossibile credere nelle regole che sono il fondamento di ogni disciplina poiché conosce la mutevolezza delle mode e della morale. È la casa degli amici, delle conoscenze che esulano da quelle riguardanti rapporti familiari, di parentela o di lavoro, ma di individui che si incontrano in quanto si sentono accomunati da sentimenti di fratellanza, da idee nuove, diverse, altamente all’avanguardia, così come vogliono le dinamiche energie del pianeta Urano che ne è il Signore e quelle di fratellanza del segno dell’Acquario.

L’equilibrio dell’11 è astensione dal giudizio e rinuncia alle certezze; esso spinge verso nuovi orizzonti. Così ci si scopre ad osservare il mondo con occhi diversi, si vedono cose che precedentemente erano passate inosservate. Ora tutto ci parla e ci racconta la sua storia perché siamo in grado di comprenderla; tutta quella che era la realtà inoppugnabile si trasforma in realtà simbolica, non più irrigidita, ma con un’infinità di sfaccettature mai notate prima e che ora risuonano non più nella razionalità di un cervello condizionato, ma nell’anima, in un’anima che vive e si nutre d’amore.



È con quest’anima che sto cercando di vedere il mondo, amandolo anche se, come dice il poeta, “rinserra ancora schiavi e lacrime”, perché sono certo che solo l’amore potrà farlo ritornare ad essere quel giardino edenico delle origini. In questo modo, con questo occhi, ho scoperto le magiche energie d’amore, energie che il destino ci ha messo a disposizione e che dobbiamo cercare di mantenere sempre vive nei nostri cuori.


Con infinito amore. Eleven


                                                                                                                                   
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giovedì 15 novembre 2012

BENE, MALE, e il CENTRO

 Per entrare in un argomento cosi' complesso si necessita di una base di consapevolezza notevole
Potremmo fare riferiemnto ad eresie Catare e altre dello stesso tipo in cui era venerata la dualita' divina, ritenendo che il buon Creatore dell'universo non potesse aver creato questo mondo assolutamente imperfetto e che il creatore dello stesso fosse un'entita' diversa chiamata Lucifero. 
Lucifero e' sicuramente un'entita' di natura divina, ma caduto, caduto per sua scelta ? per obbedienza ad una volonta' superiore, incaricato di creare le controforze materiali NECESSARIE all'evoluzione dell'essere umano ? Non per questo io (personalmente) lo venererei, anzi potrei ringraziare il progetto divino che lo ha creato, ma e' sempre una controforza e quindi e' cio' dal quale mi devo staccare per evolvermi. 

Nel PASSATO il lavoro di Lucifero (portatore di luce) fu proprio quello di rendere l'essere umano indipendente, consapevole, con una propria ragione.... per questo compito fondamentalmente fu precipitato sulla terra, ma OGGI questa forza ci ha portato nel punto piu' basso della curva evolutiva umana (spiritualmente parlando) immergendoci sempre di piu' nella materia. 
Questo Kali Yuga e' finito e il compito ora e' risalire vincendo questa controforza, lucida, razionale, Luciferica. 
Questo e' il cammino di amore di Michele verso il Cristo. 

Dobbiamo poi vedere come ILLUSORIA sia la dualita' BENE in alto, luce pura e assoluta etc. e MALE in basso, nel profondo della Terra, portata avanti dalla Chiesa e da molte scuole filosofiche. 
Questa e' l'illusione di Lucifero! in alto non vi e' il paradiso vi e' Lucifero ! Vi e' l'assoluto controllo e potere della mente, quando il fine giustifica i mezzi, quando ci si stacca e si ragiona con la mente e non con il cuore.... quindi il cosiddetto "male" e' sia in alto come in basso. 
La via del cristo e' quella del CENTRO, quella del CUORE: Essa non appertiene a nessun essere per quanto divino che si discosti dall'immagine-energia del Cristo. E comunque lo scopo di Michele, della sua spada, e' quello di separare il bene dal male... e quindi di tenere lontani gli esseri delle contoforze dal cammino del centro quello attraverso il quale l'evoluzione dell’essere umano progredisce.

Vorrei pero' puntare l'accento sull'evoluzione della coscienza umana (Neumann ne da un riassunto interessante). Cio' che e' vero e naturale 10.000 anni fa non lo e' per l'uomo di oggi. 
Se vediamo gli albori della coscienza era normale credere nel fenomeno e adorarlo (il fuoco ad esempio) in quanto non vi erano i mezzi di coscienza adatti a concepire una causa. 
Piu' avanti, ma l'uomo era ancora poco immerso nella materia e conservava un rapporto medianico con la divinita' (la possessione, la magia, ..) assistiamo ad una prima ricerca delle cause e a culture di matrice femminile prima e maschile poi, proprio in seguito a questa evoluzione sempre piu' legata alle cause spirituali (maschile = spirito, in simbologia) (si e' arrivati addirittura alla considerazione della luna come principio maschile, la cultura ebraica e' lunare maschile).
In una fase evolutiva dunque, diciamo assiro-babilonese fino alla egizia e ancora fino alle scuole misteriche di Efeso dove il concetto Platonico (guardare verso il cielo) viene sostituito da quello Aristotelico (qui sulla terra !) abbiamo un rapporto con quelle cause prime spirituali riconosciute nel pantheon delle divinita' che in realta' possedevano l'essere umano. 
La coscienza dell'uomo non era ancora cosi' individualmente formata e veniva permeata dall'essere divino. 
Queste cause pero' anche loro non erano cause PRIME erano aspetti e cause legate molto al mondo fenomenico, morte, nascita, destino, totem animali etc. 
Il lavoro, considero positivo in questa fase, della forza Lucifero e' stato quello di portarci sempre piu' nella razionalita' della materia, lo possiamo vedere nel movimento aristotelico, in Bacone in Darwin. 
Ha portato a staccare l'uomo dal vero impulso divino relegandolo alle sfere della ragione. (chi pensa e' la mente, la coscienza del pensiero e' il cervello, che elabora pero'.... materia e spirito sono due estremi non sono in antitesi con il cammino evolutivo , ne sono gli estremi... la ricerca del centro e' lo scopo)
Questo movimento ha fatti si' che staccandosi dallo spirito l'uomo sviluppasse un vero IO. 
Ecco che il compito evolutivo ATTUALE e' quello di ritrovare una connessione con lo spirito per volonta' del libero arbitrio, non attraverso la possessione, rimanendo coscienti quindi. 
Poi portare lo spirito nella materia e non negare la materia, in antitesi al compito spirituale Indiano legato a quella fase evolutiva umana. abbiamo quindi questa ricerca del centro portata avanti simbolicamente dal Cristo di unione tra spirito e materia. 
Tornando all'evoluzione della coscienza, vediamo fiorire le tre religioni monoteiste come conseguenza della ricerca di una causa prima, il DIO creatore. 
Ora poi tanto monoteiste non sono (in quella cattolica abbiamo la trinita', gli angeli, la madonna etc., molti di questi tratti dagli antichi dei greci e egiziani. Michele = Mercurio per. es.) Il fatto comunque e' che si vuole dare un impulso alla ricerca di un principio divino unico che vada al di la' delle manifestazioni dello stesso nel mondo fenomenico (la creazione).

Differenziandosi dalle altre religioni monoteiste arriva sullo scenario della coscienza umana Gesu'-Cristo. Qui vi e' una svolta epocale. Questi considera l'uomo libero e in grado di ricongiungersi a Dio Padre Creatore (non alle sue espressioni divinita' varie) direttamente.... e afferma la trinita' divina come PADRE, Spirito santo cioè' la vivificazione della materia e sua espressione nella creazione e FIGLIO = tutti gli esseri umani ! Ovviamente la Chiesa cattolica distrugge tutto questo storpiandone il significato per questioni di potere, quella ebraica riconosce che un figlio DIVINO ci puo' essere, ma non e' il Cristo (ne' tantomeno l'uomo) e nascera' come ANTI-Cristo quella musulmana (guarda caso nel 666....secondo Steiner) che avra' come credo : Allah e' unico e NON HA FIGLIO, quindi negando la divinita' individuale dell'essere umano. 
Lucifero in questo periodo evolutivo rappresenta le controforze che tendono a spostare l'essere umano verso i regni del cervello, dell'elucubrazione del non sentire al quale opporrei la Grande Madre (e tutto quanto a lei legato) che invece tende a tenere l'uomo legato alla sensazione all'impulso, alle emo-azioni. 
In mezzo vi e' la via del cuore, quella portata dal Cristo che per primo parla non di un Dio Padre padrone, fenomenico e che entra nella creazione per punire, premiare, giudicare, ma un DIO di amore e compassionevole, in grado cioe' di donare e rispettare il libero arbitrio dell'uomo. La grande mistificazione della Chiesa cattolica e' stata qui il voler prendere il Dio dell'antico testamento e sostituirlo a quello portato dall'impulso Cristico. 

Volendo riassumere vi sono livelli diversi di esseri spirituali, quelli legati ai fenomeni naturali, su, su fino al Padre Creatore che non e' piu' dentro la creazione.... Vi sono forze spirituali che spingono verso il pensiero e la frammentazione individualista e altre che spingono verso la materia, le sensazioni e l'unione di gruppo senza individualita'. Vi e' poi un cammino e forze che sostengono questo cammino verso il centro, il cuore, e tra queste vi sono le forze Cristiche e Micheliane... 

Ancora una piccola considerazione, queste forze frammentatrici e aggregatrici sono il DATO DI NATURA, facente vero parte della creazione ed adorate in varie forme dalle varie culture, ma lasciate a se' stesse senza la scintilla divina del Padre, quello che noi chiamiamo Spirito Santo ,ma chiamiamolo come si vuole, che e' quell'energia che vivifica la materia, hanno come risultato un universo morto, freddo, buio e senza amore. 
In questo lo scimmiottamento diabolico del : anche io posso creare... in realta' solo il Padre puo' creare all'interno della creazione le altre forze possono solo manipolare la creazione, scimmiottando appunto il creatore, per chi, povero e credulone essere umano, non ne ha la coscienza, ergendosi per lui a divinita'. Queste leggi di natura vere controforze si esperiscono anche dall'analisi oggettiva della necessita' continua di rinnovare l'impulso energetico, divino. Il contrario della luce non e' il buio, bensi' l'assenza di buio; il contrario del calore non e' il freddo, bensi' l'assenza di calore; le controforze non si misurano, pesano.... non esitono come forza creatrice, sono il dato di natura, appunto.... e il contrario dell'amore e' l'assenza di amore, ecco perche' va rinnovato e creato ogni giorno.


martedì 13 novembre 2012

CREDERE o AVERE FEDE ?

Molto spesso i due termini, credere e avere fede sono considerati sinonimi.
In realta' non e' proprio cosi'.
Si puo' credre in tutto, nel denaro, nel potere, in se' stessi, nella casualita' della vita, nell'assenza di un dio o in Dio stesso.
Avere fede e' uguale ad AFFIDARSI.
Affidare se' stessi all'Arcangelo Michele vuole dire poter vivere la propria esistenza con serenita' indipendentemente da quanto la vita stessa ci riservi, sicuri di essere FORTI.
Non vuol dire evitare tutti gli inghippi che la vita ci riserva e tutte le diffcolta', ma saperli affrontare con tranquillita', sicuri che sempre ne usciremo vittoriosi.
Attenzione.... uscirne vittoriosi vuol dire in accordo allo scopo primo della nostra anima, la nostra crescita in consapevolezza e potrebbe non coincidere con i desideri del nostro ego....

lunedì 5 novembre 2012

IN CAMMINO

Ogni giorno apro gli occhi e mi ritrovo nella luce di questo dono bellissimo che e' la vita.
E' bello essere in cammino...
Ieri ho compiuto 49 anni. Un momento importante nell'esistenza di un essere umano.
Un momento in cui 7 cicli di 7 anni finiscono, un grande ciclo della vita e' concluso, una nuova rinascita e' giunta.
Vi sono piccole rinascite ogni mattina al risveglio, le rinascite di ogni compleanno e la grande rinascita dopo la fine del grande ciclo.
Sono felice di trovarmi qui oggi, primo giorno del mio cinquantesimo anno di vita, in cammino sulla strada dell'Arcangelo Michele.

Oggi splende il sole, e' una giornata luminosa, cosi' come ieri era uggioso, nebbioso e piovoso...
morte e rinascita, quasi una coreografia celeste.

I segni si susseguono, la bonta' dell'Essere Supremo dona rassicuranti indizi che mi indicano come stia proseguendo sulla strada che per libera scelta ho deciso di percorrere e sulla quale sono come un vero neonato con lo scopo primo di apprendere e comprendere.
Quanta strada ancora da percorrere !!!

Eppure serenita' e pace in questo compleanno si sono unite a felicita' e fede, prima volta in decenni a mia memoria.
Questo e' stato il regalo piu' bello ricevuto.

Auguro a tutti di sentire dentro di se' la sensazione di benessere che deriva dall'essere in cammino, con tutte le cadute e gli errori, ovviamente, ma con la fede in una mano che sempre viene porta per rialzarsi e tornare a camminare.

Che il sole del mattino di ogni rinascita giornaliera illumini la vostra anima.

sabato 15 settembre 2012

IL GOTICO SACRO

IL GOTICO SACRO
Non si puo' parlare del gotico senza citare l'abate di Sant-Denis, Suger, che insieme a Bernardo di Chiaravalle ha dettato le regole prime per la costruzione delle cattedrali da un punto di vista teologico con l'intento di ricostruire in terra la Gerusalemme celeste.
Vengono adottate le proporzioni dettate dai rapporti musicali e dagli accordi, creando una nuova geometria.
Nel primo libro del suo trattato De musica, S. Agostino definisce quella musicale come la scienza del ben modulare. La vera comprensione della musica, che conosce le leggi ad essa costituite, e' cio' che Agostino chiama la scienza della musica, per passare poi ad identificare la matematica come la natura di questa scienza ed in particolare il rapporto tra le misure in maniera che questa relazione possa essere espressa in semplici termini matematici.
Al primo posto vi e' il rapporto di uguaglianza 1:1, seguono nell'ordine i rapporti 1:2, 2:3, 3:4 - gli intervalli dei rapporti perfetti, l'ottava, la quinta e la quarta.
Agostino si riferisce al misticismo pitagorico e al passo biblico "tu hai ordinato tutte le cose secondo misura, numero e peso".
La filosofia si sposta dal valore delle immagini al valore assoluto delle relazioni matematiche.
Ecco che per lui musica e architettura acquistano pari dignita' in quanto l'architettura rispecchia l'eterna armonia, cosi' come la musica la rieccheggia.
Vediamo qui il solco tra l'oriente con il concetto di icona, in cui l'ideale di estrema bellezza continua ad essere incentrato sulla figura umana mentre in occidente, sotto l'influenza di Agostino, la bellezza fu concepita in termini musicali.
Dal momento che si pensa che l'icona partecipi della realta' sacra che rappresenta, cosi', secondo l'estetica agostiniana, le consonanze musicali in proporzioni visive create dall'uomo partecipano dell'armonia sacra che le trascende.
La chiesa viene poi inondata di luce seguendo gli insegnamenti di Dionigi lo pseudo-aeropagita.
Questo filosofo mescola il pensiero neoplatonico con la splendida teologia della luce del Vangelo di S. Giovanni, dove il Logos Divino e' concepito come la vera luce che splende nell'oscurita', da cui sono create tutte le cose e che illumina ogni uomo che viene al mondo.
Da questo concetto metafisico della luce l'Aeropagita derivo' la sua epistemologia secondo cui la creazione e' l'autorivelazione di Dio. Tutte le creature sono "luci" che con la loro esistenza testimoniano la luce divina e in tal modo mettono in grado l'Intelletto umano di percepirla.
Questa e' davvero una visione molto singolare del mondo in cui tutte le cose create sono "teofanie", ossia manifestazioni di Dio.

Se uniamo a questo il neoplatonismo portato avanti dalla scuola di Fulberto di Chartres, gli ammonimenti di Bernardo, che ritenenva di dover morigerare le chiese abbaziali cluniacensi contestando che al loro interno vi fosse qualsiasi forma di rappresentazione sia essa pittorica che statuaria e la visione di Suger, ecco che abbiamo gli ingredienti adatti per veder sorgere la cattedrale gotica nella piena comprensione che l'aggettivo gotico non si riferisca ad un movimento architettonico, ma ad una visione mistica dell'edificio alla realizzazione del quale gli elementi architettonici si asservono e si piegano per rispettarne le regole filosofiche e morali.

Citando Suger, egli descrive i canoni della sua costruzione nel "Libretto" che inizia cosi': "l'ammirevole potenza della ragione, unica e suprema, compensa, attraverso una giusta disposizione, la disparita' esistente tra cose umane e divine; e' cio' che per infima origine e contraddittoria natura sembra in intimo dissidio, viene composto dall'unico dilettevole accordo di una superiore ben equilibrata armonia".

Un ponte tra il concetto dell'Aeropagita e Suger ci viene gettato dalla Mystagonia di Massimo il confessore (+662).
Secondo Massimo il santuario cristiano e' prima di tutto immagine di Dio, che con la sua infinita potenza crea ogni cosa abbracciando insieme e collegando il mondo fisico con quello intelleggibile, in conseguenza l'edificio della Chiesa e' anche una immagine del cosmo.

Suger poi continua nel suo Libretto: la grande impresa che egli sta per intraprendere richiede un'intima disposizione, uno stato di grazia, da parte del costruttore. La visione mistica dell'armonia puo' diventare un modello per l'artista solo se essa si e' impossessata della sua anima ed e' divenuta il principio ordinatore di tutte le sue facolta' e aspirazioni.
Il costruttore e' quindi come prima cosa un mistico e la sua opera una rappresentazione ispirata del divino.
L'opera di edificazione trova poi il suo compimento nella consacrazione del santuario.
La musica e' cio' che fornisce unita' all'intera opera.... la pace ultima in Dio viene presagita attraverso l'esperienza di una sinfonia cosmica.... in similitudine la sinfonia del canto liturgico realizza la stessa idea..
Sono pensieri espressi da S. Ambrogio e nell' XI secolo da Fulberto di Chartres, che tutta la creazione sia una lode sinfonica al Creatore....
Suger a cio' aggiunge che la musica abbia il suo equivalente visivo nella pianta del suo santuario.

domenica 8 luglio 2012

PECCATO, CONFESSIONE E PERDONO

PECCATO, CONFESSIONE E PERDONO

Purtroppo le influenze negative di una cultura cattolica creata da una Chiesa piu' attenta al potere temporale che allo spirito, ferma ad un Gesu' in croce senza aver considerato nella sua realta' quotidiana il Cristo risorto, hanno condizionato i nostri concetti e ci hanno portato a credere che il perdono sia in qualche modo necessario.
Inoltre, negando di fatto la missione del Cristo, la chiesa si e' arrogata il ruolo di tramite unico ed irrinunciabile tra l'uomo e il divino.

Come prima cosa ricordiamo che il rapporto tra l'uomo e il divino e' diretto, intimo e sempre presente e legato solo alla libera scelta di ogni singolo individuo.
Sono le anime bambine che hanno bisogno di una chiesa, di una comunita' che le guidi, che dia le regole, per restare in contatto con la loro spiritualita', che comunque solo cosi' non trovano.

Il perdono presuppone un giudizio, se non vi e' giudizio non vi puo' essere perdono.
Il Cristo disse: Padre perdona loro perche' non sanno quello che fanno. Neanche il Cristo si e' arrogato il diritto di giudicare e di perdonare.
L'Arcangelo Michele nella lotta con il diavolo per il corpo di Mose' disse: ti giudichi Dio... Stessa affermazione dell'unico diritto divino al giudizio (finale).
Questo Diritto lo ha difeso Michele stesso quando gli angeli ribelli si volevano arrogare questo diritto di giudizio dicendo di poter essere come Dio ed egli li sconfisse con la sua terribile domanda: CHI COME DIO ?
Dio e' al di la' della creazione, per sua essenza e' il creatore quindi al di sopra di essa, non ne fa' parte. E' la creazione a far parte (una piccola parte) di Dio e non il contrario.
All'interno della creazione troviamo esseri di luce come il Cristo, la Madonna, Angeli e Arcangeli, ma nessuno si arroga il diritto di giudicare.

Quindi se non vi e' diritto al giudizio non vi e' diritto al perdono e nemmeno la necessita' delle scuse.

Come possiamo traslare questo processo nel reale processo legato a questo mondo secondo gli insegnamenti del Cristo?
Avendo escluso il Giudizio, essendo caratteristica di Dio, definiamo:
PERDONO = ACCETTAZIONE
SCUSE = RICHIESTA DI ESSERE ACCETTATI
Base per tutto questo e' l' AMORE

Quindi la persona che con amore si pone di fronte agli altri li deve accettare per cio' che sono, con la loro umanita', i loro errori e i loro difetti. Questo non vuol dire che debba essere d'accordo con cio' che fanno o che debba sopportare la vicinanza con qualcuno che, a causa della sua incoscienza e fallibilita' umana, gli porti danno. Puo' sgegliere nel suo libero arbitrio di andarsene o di ricorrere al giudizio dell'uomo (tribunali etc.) se non potra' reggere questo fardello, ma qui parliamo di giudizio e perdono divini.

Colui il quale sbaglia, se consapevole, chiedera' non tanto scusa, ma agli altri di essere accettato con i propri errori cercando di NON OMETTERE di migliorarsi, di ricercare la propria strada, di comprendere, di imparare.

Perche' un altro concetto errato e' proprio quello di PECCATO.
L'unico peccato che ha citato il Cristo e' quello di OMISSIONE. avevo fame e non mi avete dato da mangiare, ero nudo e non mi avete vestito.....
Non vi e'peccato nel fare qualcosa, vi e' peccato nell'omettere di fare del bene, di ricercare la propria crescita, di cercare di migliorarsi.
Ma anche questo peccato non e' sottoposto a GIUDIZIO.
Infatti anche il libertino che si pente all'ultimo momento entrera' nel regno dei cieli cosi' come colui che e' stato sempre buono e morigerato.

Qui non si tratta di fare i conti con la bilancia di quanto lunga e tortuosa sia stata la strada, ma dell'essere infine arrivati.

Quando il giudizio finale vi sara' e DIO "giudichera'" allora chi sara' arrivato alla fine dell'evoluzione e avra' compiuto il suo cammino diventera' un essere angelico ed entrera' nel regno dei cieli, e chi non vi sara' riuscito uscira' da questo cammino evolutivo, eccovi il vero significato di paradiso ed inferno, ma non dopo la nostra morte.... Dopo centinaia di incarnazioni su questa terra.
Diciamo che quando moriamo andiamo tutti nel "purgatorio" dove anime piu' evolute ci insegnano e ci mostrano i nostri errori in attesa di reincarnarci e ritornare ad affinare le nostre esperienze.

Solo alla fine, quando il tempo per questo compito sara' finito, vi sara' il Giudizio, che poi non sara' altro che il risultato delle nostre stesse azioni e quindi un giudizio, non giudizio.... Solo una constatazione di fatto.

Quindi ricordando che il Cristo e'
Amore infinito
Comprensione infinita
Empatia infinita
Cerchiamo di rifletterci in questo e di non giudicare chi e' vicino a noi, di non perdonare, ma accettare e ovviamente accettarci.

domenica 10 giugno 2012

MAYA ovvero L'ILLUSIONE

Fin dai tempi dell'antica India i saggi insegnavano ai loro discepoli come tutto cio' che ci circondava fosse MAYA, cioe' illusione.
Alludevano al fatto che il vero mondo fosse quello dello spirito e non quello reale e materiale entro il quale ogni giorno viviamo la nostra incarnazione su questa Terra.

Vi era del vero per quei tempi nei quali si sentiva come una perdita la caduta nella materia, si viveva anelando al ritorno allo spirito e si negava la materia come illusione della vera vita spirituale che ci attende nell'aldila'.

Questa filosofia, vera un tempo, non ci puo' piu' soddisfare oggi. In effetti oggi siamo chiamati a portare lo spirito nella materia, anzi a scoprire lo spirito nella materia e non a rifuggirla.

Il significato di MAYA era ed e' giusto si tratta solo di interpretarlo correttamente....
L'illusione e' il credere che le leggi della materia ed il suo substrato possano essere in qulache modo in antitesi allo spirito o prive di spirito.
Non e' cosi'.
In realta' dobbiamo riconoscere come tutti i fenomeni che ci appaiono soltanto naturali non siano frutto di un arido evoluzionismo o di relazioni causa-effetto solamente, bensi' che siano assistite da forme spirituali ben definite che si occupano di gestire tutte quelle forze che siamo abituati ad analizzare solo con i metodi della scienza, salvo poi fermarci ai limiti della ricerca con paradossi e contraddizioni che ci impediscono di spiegare il tutto con le aride leggi materiali.

E' qui che deve intervenire una ricerca dello spirito, una fede nelle potenze che presiedono ai moti evolutivi, spiriti di forma, del tempo, di popolo o se volete, Angeli, Arcangeli, Troni, Dominazioni etc.

Il saper vedere che la materia e' illusione vuol dire svelare che alla base di quest'essenza, substrato materiale, nel quale viviamo lo spirito e' presente, sempre.
Vuol dire non illudersi che con le leggi di natura si possa spiegare tutto e non illudersi che la materia e lo spirito siano in contrapposizione in quanto compenetrati l'uno nell'altra.

Aprire gli occhi, svelare questi misteri puo' aiutarci a comprendere il mondo reale in cui viviamo e a ridarci la speranza togliendoci dalle fredde mani del materialismo arido dei numeri, se vogliamo togliendoci dalle fredde e nere mani di Arimane.

La forza dell'amore e' il collante che tiene insieme la materia nell'universo.....
Qualcuno, nella ricerca estrema, parlando di particelle con proprieta' talmente illogiche da poter essere chiamate davvero "Angeli", parlando del Bosone di Higgs, lo ha definito "la particella di Dio", e cosi' anche la scienza piu' estrema, alla fine diventa Scienza dello Spirito.

 

mercoledì 6 giugno 2012

IL BIANCO E IL NERO

Il bianco assoluto e il nero assoluto sono le due tentazioni insite nell'essere umano.
Si' anche il bianco assoluto.

Questi colori assoluti, impossibili sia in natura che con le tecniche conosciute dall'uomo appartengono solo a Dio stesso e in Dio stesso sono presenti insieme e contemporaneamente in quanto Dio e' al di la' della creazione, lui e' IL CREATORE.

Ecco che per l'essere umano, cosi' come per ogni altra creatura anche angelica, questi due assolutismi estremi non possono avere significato.

Questo ci riporta al monito dell'Arcangelo Michele: Quis ut Deus?
Chi e' come Dio ? Rivolto agli angeli ribelli che appunto si erano arrogati il diritto di avere le stesse prerogative del Creatore Supremo.
E proprio in questa tentazione di luce Lucifero viene all'uomo portando la tentazione del Paradiso Perduto, mentre Arimane lo insidia con la freddezza del suo spazio nero e vuoto.

Quale e' dunque la strada?
Quella della luce del Cristo ovviamente, ma di quale luce si tratta, di quale bianco la scelta voluta da Michele per l'inizio del cammino?

Del bianco sporco velato dall'esperienza di vita terrena dell'essere umano....

Quella bellissima raffigurazione del simbolo dello ying / yang; oggi siamo punto di luce circondato dalle tenebre e dobbiamo continuamente scegliere il bianco fino a riempirne nuovamente la forma, ma sempre restera' un punto di nero e questo ci distinguera' per sempre perche' abbiamo portato con noi l'esperienza di questa vita nella materia.

Quindi mai piu' pensare al bianco assoluto ma alle miriadi di sfumature che il nostro Sole ci dona rifrangendosi in onde contro la materia stessa.
Amando quindi le infinite sfumature di colore dell'animo umano, accettandone i limiti e l'imperfezione dei suoi esseri perche' in quanto tali divini, alla ricerca di un bianco sempre piu' spirituale, senza cadere nella trappola dell'intrasigenza, vanita' di orgoglio, spirito Luciferico.

Solo l'amore infinito del Cristo per le sfumature imperfette della luce umana e' di esempio per il nostro amore, senza giudizio, ma con compassione.

Una empatia che impedisca la rabbia verso l'altro essere umano.

Un riconoscere come la scelta del bianco sia quella di un bianco imperfetto, in fase di evoluzione e di miglioramento ma mai sostituentesi all'essenza divina, unica in grado di emettere giudizio e perdono.

Quindi non perdonare, ma benedire e ' il compito di noi esseri umani con l'esempio lampante del Cristo: Padre perdona loro, perche' non sanno quello che fanno....
Se neanche il Cristo si e'permesso giudizio e perdono..... Chi siamo noi per farlo?
E quindi: Quis Ut Deus? ..... Solamente DIO.

sabato 2 giugno 2012

ARCHITETTURE DI LUCE

Le Architetture di Luce

Risulta molto importante capire come per il progresso evolutivo dell'uomo la luce sia importante in questa fase evolutiva.

Fino ad oggi il suono ha portato gli impulsi animici dell'uomo in maniera collettiva rendendolo aperto ad un nutrimento spirituale di tipo "mantra" o una preghiera ripetuta con un ritmo, come il rosario.
Oggi la preghiera ed il matra continuano ad essere efficaci ma gli impulsi animici di rinnovazione molto piu' individualizzati vengono portati dalla luce.

E' per questo che un'architettura basata sulla luce dovra' essere il nostro futuro.

Possiamo vedere questa evoluzione nella costruzione delle chiese.
Partendo da quelle romaniche e soprattutto nella chiesa ortodossa si vede come gli ambienti siano molto bui, illuminati di solito dall'interno con una luce artificiale e dove in effetti il Mantra della preghiera prenda il sopravvento sulla coscienza lasciando scivolare il fedele in una sorta di trance favorita proprio dall'ambiente stesso.
Ricordiamoci anche che quasi nessuno del popolo comprendeva cio' che veniva recitato o cantato nella lingua della chiesa e che quindi per loro questi suoni erano davvero un mantra che agiva a livello inconscio piu' che non una preghiera consapevole. Oltre a cio' il concetto che vigeva ai tempi era che l'uomo non si potesse rivolgere a Dio se non per il tramite dei sacerdoti della Chiesa.
Era un tentativo dell'uomo di raggiungere un divino, per lui distante ed irraggiungibile, in maniera collettiva, con la preghiera.

Poi abbiamo il grande salto portato dalla chiesa gotica dove la luce entra prepotentemente in gioco anche se molto diffusa, quasi a rischiarare appena giocando di piu' sull'evocazione dell'immagine, sulla luce che entra nel gioco della trasparenza o del riflesso non fine a se stessa, ma portatrice di un'informazione dettata dall'uomo stesso.
Si e' tentato qui di dare una prima coscienza, meglio forse una catechesi, alla massa del popolo che comunque non sapeva leggere e continuava a non conoscere il latino, fornendo un insegnamento per immagini.
Si e' utilizzata la luce per portare queste immagini verso l'uomo ed era una primo tentativo di connessione tra la luce divina per eccellenza e l'uomo stesso, anche se non ancora libera perche' vincolata dalle immagini e dai colori.

Potremmo dire che l'uomo inizia a ricevere una comunicazione dal divino ma tramite il suo riflesso.

Se poi aveste l'occasione di passare per Evreux in Francia dove sorge una delle piu' belle cattedrali gotiche e le cui vetrate, per vicissitudini legate alla guerra, sono state sostituite con del vetro trasparente, avreste la possibilita' di provare un contatto diretto con la luce e con il Divino.

Qui la chiesa ne e' inondata, e' impossibile ignorarne il messaggio....
Il divino ci tocca, entra in noi anche se chiudiamo gli occhi.

Ecco che da luogo in cui l'uomo tenta di comunicare con Dio, la chiesa diventa, per opera della luce, luogo in cui Dio comunica con noi....con ciascuno di noi direttamente ed in maniera individuale.

Abbiamo fianalmente riallacciato il rapporto divino tra creatore e creato, come essere libero ed indipendente.

Se poi volessimo guardare al parallelo dentro di noi potremmo realizzare come il pensiero stia alla luce.
Quindi l'agire del pensiero sulle nostre azioni senza essere portato a coscienza sara' l'equivalente della chiesa buia, dell'assenza di luce (luce = coscienza).
Il pensiero generato dalla mente, che e' colei che pensa, viene riflesso e interpretato dal cervello' come nell'esperienza della cattedrale gotica in cui la luce, (il pensiero) viene interpretata dalle vetrate disegnate, colorate (il cervello), imponendone i limiti.
Il pensiero che, generato dalla mente, arriva direttamente alla coscienza attraverso il cuore e' come la luce diretta del sole che ci riempie, ci compenetra.... Una luce che respiriamo.

Ecco che in parallelo con la chiesa in cui la luce non ha limiti, e solamente dentro noi stessi puo' realmente non avere limiti, diveniamo noi stessi architetture di luce, tempio di luce per ospitare la seconda venuta del Cristo.