giovedì 28 ottobre 2010

IL PRIMO PASSO

"Eppure non volevo tentar di vivere 
se non cio' che spontaneamente
voleva erompere da me.....
perche' era tanto mai difficile?"
  
                      HERMAN HESSE "Demian"
"Anche un viaggio di diecimila chilometri 
inizia con il Primo Passo" 
  
                       LAO TSE 

Adesso abbiamo quasi il desiderio, abbiamo quasi in mano la decisione di fare...
qualcosa si', ma di nuovo, non importa cosa....siamo quasi pronti.
Inizieremo sicuramente DOMANI.
Abbiamo trovato il problema e sappiamo come risolverlo.
Abbiamo capito cosa va fatto, ma non ne siamo all' altezza, non siamo capaci di farlo.
Altri si', ma noi, noi... no. E' impossibile; non abbiamo abbastanza coraggio, non siamo abbastanza
bravi, non abbiamo la forza per cambiare un'abitudine.
Se solo avessimo la forza, la possibilita'....
Quanti di noi si ritrovano con obiezioni e pensieri di questo tipo.
Eppure non viene richiesto niente di speciale, praticamente nessun sacrificio.
All'inizio basterebbe provare a sorridere, cambiare un pochino il modo di pensare, provare a non
rispondere male ai proprii genitori, cercare di arrivare in orario agli appuntamenti o fare le cose che
devono essere fatte per vivere all'interno di questa societa' senza rancori.
Allora perche' e' cosi' difficile ?
Eppure una parte di noi anela a questo, cerca di convincerci a farlo.
Se solo ci fermassimo ad ascoltare dentro di noi, magari proprio mentre leggiamo questo libro,
sentiremmo tutti questi propositi, sentiremmo nascere voglie di nuovi stili di vita, vedremmo nascere
decisioni nostre, personali.
Allora perche' e' cosi' difficile ?

Perche' ora dalla teoria si passa alla pratica....
Perche' e' venuto il momento di iniziare il viaggio....
Perche' la nostra vita non sara' mai piu' la stessa se solo noi facciamo quel piccolo Primo Passo.
Non importa come; l'importante e' mettersi in cammino.
Qualcosa ci attira; la nostra Anima ci chiama: come possiamo resistere ?
In realta' non e' per niente difficile, si tratta di iniziare dalle piccole cose, dal lavarsi i denti tutti i
giorni, dall' andare a scuola al lavare i piatti o recarsi al lavoro.
Come ? Direte voi, noi facciamo gia' tutte queste cose!
Si', e' vero, ma come?
Per fare tutte queste cose serve attenzione, ma io vi chiedo un'attenzione COSCIENTE !
Scoprire di poter rivolgere la propria attenzione anche all'interno e' il Primo Passo.
Risvegliare la coscienza dell'esserci, l'esperienza che sono veramente io a compiere un certo atto, e'
quanto ci permette di acquisire sempre maggiore dimestichezza con un nuovo linguaggio, quello della
CONSAPEVOLEZZA.
Il senso del presente e della presenza si coltiva, si esercita, sino a risvegliare il "testimone interiore",
con cui esplorare i diversi livelli del nostro essere: il piano fisico, emotivo, mentale e spirituale
scoprendo qualcosa della struttura stessa dell'essere umano che condividiamo con il resto dell'umanita'.
Volendo dare un esempio di come fare a cambiare atteggiamento in senso di pensiero positivo e a
recuperare il controllo sulla nostra vita rafforzando al tempo stesso la nostra volonta', un esempio di
Primo Passo facile da attuarsi e che richiede assolutamente nessun sacrificio, penso si possa far
riferimento alla tanto agognata "Liberta' di Scelta".
Nel scegliere di volta in volta come affrontare la realta', si manifesta la nostra volonta', si attiva quello
che e' il "direttore d'orchestra".
Non esistono situazioni che non lasciano liberta' di scelta, e non e' tanto importante cosa scegliamo,
quanto che, anche se dobbiamo decidere per il "male minore", lo facciamo coltivando internamente un
atteggiamento attivo e non passivo nei confronti della scelta.
Se abbiamo nel lavandino una montagna di piatti che raggiunge quasi il soffitto ( un mare di compiti
da svolgere, una noiosa riunione di affari, la suocera da andare a trovare ecc.), con fare rassegnato ci
mettiamo il grembiule ( io detesto lavare i piatti ) dicendoci: "devo lavare i piatti".
E' un equivoco, non e' quella l'unica possibilita' a disposizione: posso decidere di continuare a
mangiare in piatti di carta, posso pagare una persona che li lavi al posto mio, posso invitare a cena un
amico contando sul fatto che si senta obbligato a contribuire al lavoro in cucina, o posso decidere che
nessuna di queste soluzioni mi aggrada e quindi preferisco lavare i piatti.
Ma allora l'attteggiamento interno si trasforma in un "voglio lavare i piatti", io sono il "mandante" e
non la vittima di un complotto universale che mi obbliga a lavori che non vorrei fare!
L'esempio e' banale, ma lo si puo' applicare a situazioni molto piu' impegnative che ci vedono
coinvolti.
"Lo faccio perche' lo voglio" diventa un piccolo trucco con cui coltivare a poco a poco il senso di
padronanza sulla realta', riconoscendo come, a partire dal nostro atteggiamento interiore si scatenera'
tutta una catena di causa effetti di eventi che possono svilupparsi in direzioni completamente diverse.
Con un atto di volonta' possiamo decidere di vedere "la meta' piena del bicchiere" di molte situazioni,
coltivando cosi' un atteggiamento piu' positivo nei confronti della vita quotidiana.
Se qualcuno ci urta in autobus, possiamo pensare che l'altro l'abbia fatto apposta, possiamo
prendercela con noi stessi per essere sempre al posto sbagliato o possiamo immaginare che forse quella
persona, perdendo l'equilibrio, ha cercato di aggrapparsi a noi per non cadere.
A seconda di come noi decideremo di affrontare l'episodio, lo stato d'animo con cui scenderemo da
quell'autobus sara' diverso, e questo a sua volta, probabilmente, influenzera' il resto della nostra
giornata.
La volonta' qui non va' intesa nel senso vittoriano, non e' la capacita' di imporsi un comportamento
piuttosto che un altro, per ubbidire magari a qualche condizionamento piu' o meno occulto su cio' che
dovremmo o non dovremmo essere. E' espressione dell'insieme dei nostri personaggi, che decidono di
coordinarsi, per poter esprimere il meglio di se'.
Anche gli automobilisti procedono piu' tranquillamente se i semafori funzionano!.
Volonta' e' la funzione dell'Io, che si riappropria del suo ruolo centrale di direzione, che scopre di avere
il potere e la forza di condurre energie e personaggi del mondo interiore, gli strumenti musicali dell'
orchestra di cui siamo i direttori.
LA VOLONTA' SI INTENSIFICA USANDOLA.
Recuperiamo il nostro retaggio di figli di Dio, noi siamo Attori-Spettatori di questa esistenza e
possiamo indirizzare la nostra vita, non importa quante disavventure o disagi ci possano venire
incontro.
Il cambiamento inizia subito, con il PRIMO PASSO !
Sia quindi il nostro parlare "IO POSSO - IO VOGLIO"
Certo quando la strada inizia, ed ognuno di noi ha la sua strada, veniamo quidati dai nostri desideri
(interiori) dalla sete della nostra anima di arrivare alla meta, ma lungo il cammino, ad allietare il
nostro andare, troveremo innumerevoli piccoli successi, innumerevoli piccoli stimoli che ci
compenseranno rendendo piu' facile il percorso.
Tutta la strada e' fatta di piccoli passi ed ognuno di essi porta qualcosa alla crescita della
consapevolezza nel nostro essere.
Quindi durante la strada saremo gratificati da successi e mortificati dall'imperfezione della nostra
condizione. ( giusto per stimolarci ad andare avanti ).
E' molto importante pero', quando si incontra un dono lungo il cammino coglierlo, riconoscerlo e poi
procedere, altrementi saremmo come colui che alla vista di un bellissimo fiore a i margini della strada
si ferma a contemplarlo.
Chi si ferma, per paura di perdere cio' che ha ottenuto e' perduto.
La strada e' esperienza non stabilita', nulla e' possesso, neanche il proprio stato di evoluzione.
La strada garantisce felicita' non stabilita'; ci hanno abituato a considerare la stabilita' come un punto
di arrivo; ci hanno educato e ci hanno detto che il massimo dalla vita e' un lavoro stabile, una relazione
stabile una morte stabile, ma dove e' l'uomo in questo?
Posso dire in verita' che il destino e' quello che voi ne fate.
Analizzatevi. Cosa ne e' stato delle vostre buone intenzioni e delle vostre nobili ambizioni dell'anno
passato?
Decidete di non essere un automa azionato dalle vostre abitudini, poiche non e' questa la strada che
porta alla vera felicita'.
Voi stessi vi siete creati come siete adesso ed un vago desiderio di migliorare non basta.
Usate la volonta'.
Le sbarre delle abitudini sono prigioni piu' ristrette di quelle racchiuse da muri di pietra!
Ovunque andiate portate con voi quella prigione invisibile, eppure potete essere liberi.
Com'e' tremenda la vita, in cui dall'eta' di tre anni, siamo condizionati dalle abitudini.
Un piccolo cambiamento delle abitudini e' un altro ottimo esempio di Primo Passo, e non sto parlando
di cambiamenti radicali, solo di un piccolo cambiamento. E' sufficiente per iniziare.
Noi possiamo superare le caratteristiche che ritieniamo di noi indesiderabili.
La mente umana e' elastica ed impara in fretta.
Se la tirate un po' per volta essa cedera' ai vostri strappi. ma se non si prova nemmeno...
La psiche ha una natura flessibile, condizionabile.
Se non ci assumiamo il nostro potere personale nella gestione dei suoi contenuti, ci abbandoniamo alla
merce' di chi sa invece gestire molto bene non solo la mente sua, ma anche quella degli altri, la
pubblicita' e' solo uno degli esempi piu' evidenti.
Un altro non meno importante effetto collaterale dell' applicazione di tale schema mentale e
l'eliminazione della maggior parte degli inutili sensi di colpa.
Il capovolgimento del malinteso fornisce l'antidoto allo stesso. Se il condizionamento subito ci diceva "
non combino mai niente di buono", possiamo decidere di cambiarlo con " ogni mia azione porta gioia e
ricchezza attorno a me", se siamo stati per anni oppressi dall'idea che che "c'e' qualcosa che non va in
me", possiamo sostituirla con l'affermazione "amo e apprezzo me stesso cosi' come sono".
L'importante e che l'antidoto non contenga NEGAZIONI ( si puo' dire " la gioia cresce nel mio cuore",
invece di " non sono piu' triste"), che non usi la parola DEVO ( " c'e' energia e ottimismo in ogni mia
attivita'" puo' sostituire " non devo essere pigro" e che venga formulata al tempo PRESENTE,
considerando il risultato desiderato come gia' realizzato ( " il mio corpo e' in perfetta armonia e salute"
e' molto meglio di un generico "guariro'".
Inoltre ultima regola non bisogna mai aver paura di esagerare nel mettere in evidenza con se' stessi i
proprii meriti.
Queste affermazioni, una volta costruite quelle giuste per noi, vanno poi ripetute a voce, guardandosi
allo specchio, appendendosi bigliettini dappertutto, lasciandosi messaggi nella segreteria telefonica e
chiedendo alle persone care di ripeterceli.
Bisogna fare una cura intensiva per almeno 21 GIORNI il tempo minimo perche' il messaggio venga
recepito dall'inconscio.
Potranno emergere delle resistenze, anche molto forti, molti pensieri negativi emergeranno, ma non
abbiate paura l'importante e perseverare.
Questo che vi ho esposto e' un esempio molto valido di Primo Passo e che puo' dare risultati
sorprendenti in tempi brevi.
Noi siamo figli di Dio, non dobbiamo mendicare la nostra liberta', essa e' nostra di diritto, dobbiamo
solo lasciar agire la Divina Volonta' che e' in noi.
Cercare d'essere un milionario su questa terra e' per molti piu' difficile che essere realmente un Figlio
di Dio, anche se Figli di Dio lo siamo gia', solo che ce ne siamo dimenticati.
Ogni tanto per iniziare a fare il Primo Passo bisogna cercare di scrollarsi di dosso le obiezioni, tutti i
ma e i se.
Bisogna prendere decisioni e muoversi senza lasciarsi deviare dalla miriade di dettagli.
Nel momento in cui si attuano forme pensiero del tipo: devo iniziare a studiare - ma non ho tempo per
gli amici - gli amici sono importanti - vado a giocare - mi odio per aver giocato invece di studiare -
devo studiare - se avessi tempo - non ho tempo per tutto - oggi proprio no - domani inizio - non ne ho
voglia - ho voglia di stare in pace -  odio gli amici perche' non mi fanno studiare - non e' giusto solo
studiare - non e' giusto non studiare - non ce la faro' mai a recuperare il tempo perso ecc.
Attiviamo cosi' delle forme di pensiero dissociato che sono per altro tipiche di comportamenti
schizofrenici.
Tutti siamo , chi piu' chi meno, schizofrenici fino a quando non prendiamo coscienza delle nostre
decisioni affidando al Se' il compito di coordinare la nostra vita.
Per ovviare a queste forme di pensiero,che sono in grado di bloccare qualsiasi processo di
cambiamento anche se ripieno di buone intenzioni, si deve ogni tanto ricorrere ad un taglio netto per
nulla mediato dalla logica e che di per se' stesso non deve essere positivo al cento per cento.
Dobbiamo comportarci come un faleganme e dare un colpo netto di accetta troncando almeno per un
periodo rapporti ed obiezioni, chiedendo a se' stessi che cosa si vuole dalla propria vita e gettandosi a
capofitto in quella direzione.
Ogni tanto una piccola dose di fanatismo aiuta e anche se non sara' del tutto una decisione coerente
con le reali necessita' della persona almeno riesce a strapparla da uno schema logico che la aveva
ormai portata all' immobilita' senza soluzione ( dal punto di vista decisionale ).
Si puo' affermare in questo caso che una decisione sbagliata e' meglio che nessuna decisione.
Questa situazione e' tipica delle persone con un alto livello culturale e con una dialettica mentale
molto sofisticata, sempre in grado di controbattersi e di controbattere qualsiasi argomentazione ed
eternamente indecisi sulla decisione da prendere perche' nessuna rappresenta l'assoluto perfetto.
Dietro ad atteggiamenti di questo tipo spesso si nasconde una buona dose di insicurezza che richiede la
classica spinta o l'annullamento delle obiezioni con una situazione del tipo " senza scelta ".
Il grave di un comportamento come quello suddetto e che se il soggetto si rifiuta di prendere coscienza
delle proprie necessita', l'Anima per farsi ascoltare invia una mole di messaggi tale da portare la
persona a ricercare altri sistemi per poter fermare l'Io nella sua folle corsa.
Sovente questo viene rappresentato da malattie o incidenti che dovrebbero spezzare la catena delle
abitudini consolidatesi, in modo da lasciare spiragli a cio' di cui la persona ha realmente bisogno.
Tornando al sistema di superamento di situazioni simili, bisogna buttarsi, senza analisi, senza
motivarsi con logica in una scelta radicale che almeno in una prima fase non lasci spazi ad una
mediazione.
Risulta evidente pero' che tale punto di vista andra' poi mediato e riorientato a seconda delle necessita'
reali dopo pero' che sia stato in grado di produrre un cambiamento.
E' questo un esempio, e forse il solo, di quando il Primo Passo non e' rappresentato da un cambiamento
graduale ma da una decisione di tipo assoluto.
Comunque sia, il piccolo o il grande Primo Passo sono l'elemento indispensabile per poter generare il
cambiamento che state cercando ed il leggere queste righe puo' essere gia' il Primo Passo di cui avete
bisogno.
Gli strumenti musicali siamo noi, il direttore d'orchestra siamo noi, il compositore siamo noi.
Scopriamo di avere in mano la liberta' e la responsabilita' di comporre la nostra sinfonia e di adattarla
alla realta' trasponendo lo spartito da idea a musica, da sensazione interiore a realizzazione esteriore.
Questa ricerca di identita' tra contenuto e forma e' il filo conduttore attorno al quale si snoda ogni
nostra ricerca, perche' non una ma infinite sono le possibili forme che possiamo dare alla nostra
esistenza, per rendere risposta alle esigenze dell'Anima.

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